Il sospetto viene leggendo l’ultimo numero di Le Canard enchaîné. In una notizia nascosta tra le altre, il settimanale satirico (ma non solo) francese adombra il sospetto che ci potrebbero essere dei ritardi nella domanda, presentata da Air Tahiti Nui alle autorità francesi, riguardante la defiscalizzazione dei due Boeing 787 Dreamliner acquistati dalla compagnia polinesiana, e che verranno consegnati nel corso del 2019. Gérard Darmanin, attuale ministro dei Conti pubblici, non «sembra entusiasta di prendere in mano la patata bollente», riporta il giornale.
In piena fase di rinnovamento della sua flotta di Airbus A340 sostituiti da 4 Boeing 787 Dreamliner, Air Tahiti Nui ha infatti depositato una domanda allo Stato francese (e alla Direction générale de l’aviation civile) per godere di un aiuto fiscale sui due aeromobili acquistati (gli altri due sono in leasing). Un aiuto che, secondo gli addetti ai lavori, arriverebbe a toccare quota 200 milioni di dollari, più o meno il 40% di quanto questi aeromobili sono stati pagati.
Alla base del ritardo nella concessione della defiscalizzazione, o addirittura di un suo possibile «rifiuto» come arriva a ipotizzare Le Canard enchaîné, ci sarebbero ragioni di “patriottismo economico”. Il motivo? Al momento di decidere gli aeromobili con cui rinnovare la flotta, Air Tahiti Nui ha scelto gli aerei di un costruttore americano piuttosto che quelli di Airbus, provenienti da Tolosa.