Airbnb, Matteo Frigerio: «Così si combatte l’overtourism»

30 Aprile 12:52 2018 Stampa questo articolo

Se da un lato c’è l’accusa di favorire il fenomeno dell’overtourism (ricordiamo lo stop a gli affitti turistici di case private Palma di Maiorca), dall’altro il colosso dell’home sharing Airbnb, punta dritto alla sostenibilità. Come conferma Matteo Frigerio, nuovo country manager per l’Italia, in un’intervista esclusiva a L’Agenzia di Viaggi Magazine.
«Nella nostra filosofia – afferma – ci sono alcuni temi ricorrenti, tra cui l’innovazione nel turismo e, appunto, la sostenibilità. L’iniziativa Borghi italiani, al via lo scorso anno con Anci e Mibact, ne è una prova. Si inserisce perfettamente in questi due ambiti dove il filo conduttore è la rinascita di quei luoghi nascosti e a vocazione prettamente territoriale, ma non per questo di minore valore e interesse turistico».

Chi lo dice che le vacanze in casa impattano meno sull’ambiente rispetto a quelle in hotel?
«Lo conferma una ricerca del Gruppo Cleantech. Lo scorso anno l’88% degli host Airbnb nel mondo ha fatto uso di prodotti ecologici per la pulizia, ha fatto la raccolta differenziata, ha installato pannelli solari e ha incoraggiato gli ospiti a utilizzare i mezzi pubblici, anche fornendo loro biciclette. Il 66% degli ospiti intervistati, invece, ha affermato che i benefici ambientali sono stati rilevanti. In più, di recente, abbiamo lanciato l’Office of Healthy Tourism, programma che favorisce la diffusione di un modo di viaggiare autentico e rispettoso, a beneficio dell’economia delle comunità locali e delle destinazioni meno conosciute, favorendo abitudini di viaggio che aiutino a preservare l’ambiente. E a promuovere quel turismo periferico che è la vera ricchezza dell’Italia».

Ci racconti dell’iniziativa Borghi italiani.
«Puntiamo a ristrutturare e dare una seconda vita ad aree rurali e piccoli comuni che, altrimenti, rischierebbero di essere dimenticati. Il nostro impegno servirà a raccogliere i proventi derivati dalla messa in locazione di questi edifici sul nostro portale dedicato, che verranno poi utilizzati dalle municipalità a sostegno di progetti culturali rivolti alla comunità locale. Promuovendo soggiorni in casa, Airbnb si impegna a sostenere un minore impatto ambientale rispetto ai soggiorni in hotel».

È prevista una collaborazione con dmc locali sul territorio italiano?
«
La nostra piattaforma è uno strumento nelle mani degli host, che ci propongono le loro idee di esperienze per poter raggiungere molte più persone. Per noi le piccole agenzie locali e le dmo rappresentano soggetti esperti del territorio e capaci, sempre attraverso Airbnb, di promuovere l’artigianalità e la cultura locale. La collaborazione con queste realtà continua e continuerà, la strategia è sicuramente win-win. L’iniziativa sta suscitando anche l’interesse della Francia, ma quello dei borghi italiani resta al momento un progetto unico e irripetibile».

 Dopo Milano, Palermo, Firenze, Genova, Bologna e Rimini, in quali città verrà esteso il pagamento della tassa di soggiorno?
«
Airbnb è un partner credibile per le amministrazioni locali. In questi anni abbiamo incontrato municipalità con sindaci lungimiranti con i quali abbiamo iniziato a collaborare. Le prossime città saranno Torino e Bergamo».

Che cosa ne pensa della “tassa Airbnb” a Roma. È frutto di un percorso condiviso con l’allora assessore al Turismo, Adriano Meloni, oppure è stata una sorpresa?
«
Il rapporto con Roma e le sue istituzioni è work in progress. È stato seguito il regolamento, che penso vada nella direzione corretta. La Capitale rappresenta per Airbnb una realtà importante, con una forte community locale».

Cosa vi aspettate dal nuovo governo?
«
Mi auguro ci sia presto un interlocutore con cui portare avanti i nostri progetti. Da parte nostra, continueremo ad avere un atteggiamento di apertura, ponendoci come partner credibili e responsabili. Continueremo a sostenere la nostra community in Italia, terzo Paese al mondo per numero di annunci. Inoltre, vogliamo offrire sempre più opportunità alle eccellenze locali. Sull’Ires, invece non siamo ancora stati coinvolti, ma siamo disponibili a fornire il nostro contributo».

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Silvia Pigozzo
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