Airbnb non paga. E sfida l’Agenzia dell’Entrate
Presa di posizione di Airbnb sulla cedolare secca al 21%, in vigore dal 1° giugno, che gli host avrebbero dovuto pagare entro lunedì 17 luglio. “Adeguarsi è impossibile”, ha dichiarato l’azienda in un comunicato congiunto con Homeaway e con l’associazione degli agenti immobiliari Fiaip.
“Il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate non ha fornito i chiarimenti auspicati, né prevede alcuna tempistica di adeguamento per gli operatori coinvolti, rimandando a ulteriori specifiche tecniche che verranno comunicate in un non precisato futuro”, si legge nella nota.
E ancora: “Il governo si era impegnato a delegare proprio all’Agenzia la possibilità di dare concreta attuazione alle norme, nel rispetto dei diversi modelli di funzionamento tramite accordi con le piattaforme e i soggetti coinvolti. Ovviamente questo non è sin qui avvenuto. Una tale confusione nel pieno dell’estate non è certo la risposta a quanti parlano di turismo come volano di crescita”.
Immediata la reazione di Federalberghi: “La posizione dei portali di prenotazione che si rifiutano di applicare le nuove leggi in materia di tassazione sulle locazioni brevi, è inqualificabile e inammissibile”.
“Un conto è chiedere qualche giorno in più per mettersi in regola, anche se – prosegue la federazione degli albergatori – fa sorridere la circostanza che i colossi del web non riescano a calcolare il 21% di quanto incassato. In fin dei conti, si tratta della stessa formula matematica che utilizzano per calcolare le commissioni di loro spettanza. Ma se invece questa è una dichiarazione di guerra allo Stato, ci aspettiamo che lo Stato risponda nell’unico modo possibile: un accertamento urgente per stanare gli evasori e sanzionarli in modo esemplare”.
Federalberghi auspica che “l’Italia segua il buon esempio delle Baleari, che proprio oggi hanno annunciato sanzioni fino a 400mila euro per le piattaforme digitali che non provvederanno a eliminare appartamenti irregolari e abusivi”.