Airbnb, un milione di clienti vittime di frode
Quasi 1 milione di persone sono state le vittime di frodi su Airbnb lo scorso anno. A dirlo è lo studio di un travel blogger australiano, Asher Fergusson (il nome del blog è Asher&Lyric) che secondo quanto riporta Travel Weekly, ha avuto modo di sentire fonti interne all’azienda californiana.
«Una percentuale compresa tra il 3% e il 7% dei soggiorni con Airbnb finisce con un reclamo», avrebbero detto a Fergusson alcuni dipendenti di Airbnb. Risultato: se ciò fosse vero, solo nel 2016 ben 5,5 milioni di viaggiatori avrebbero avuto un’esperienza negativa prenotando con il portale di home sharing più famoso al mondo.
«Per essere un host, Airbnb non richiede nessun documento per la registrazione, se non un’email o un numero di telefono. In questo modo non si ha nessuna garanzia su chi sia veramente il proprietario della casa in cui si alloggia», ha aggiunto il blogger.
Ma non è tutto, perchè a gettare un’ombra sulle attività di Airbnb arriva anche un’altra survey citata da Travel Weekly, secondo cui sarebbero state più di un milione le prenotazioni cancellate nel 2016 all’ultimo minuto. In queste situazioni, il report lamenta che il customer service di Airbnb sia il più delle volte carente o addirittura assente nell’aiutare i malcapitati.
Intanto, sempre a proposito del portale di prenotazioni, da Parigi arriva la notizia che la municipalità della Ville Lumière starebbe pensando di trascinare l’azienda americana in tribunale. Il motivo? Solo il 20% dei 50mila annunci farebbe capo a host che hanno effettuato la registrazione presso i competenti uffici comunali, ottemperando in questo modo l’obbligo relativo in vigore dall’inizio di dicembre.
Un destino che Airbnb, per altro, condivide con altri quattro portali di intermediazione: Abritel, Windu, ParisAttitude e Sejourning. E che sembra destinato a durare ancora a lungo. Per chi non si registra, infatti, le autorità non hanno previsto alcuna sanzione.