Fine dei giochi per l’A380, il “gigante dei cieli” di Airbus attivo da 12 anni. Le motivazioni risalgono nel taglio degli ordini di Emirates – sarebbero 39 gli aeromobili coinvolti – che di conseguenza provocano una mancanza di base per sostenere la produzione dei superjumbo. «È una decisione molto dolorosa per noi», ha dichiarato Tom Enders, numero uno della casa costruttrice franco-tedesca.
A metà gennaio – si legge sul Corriere della Sera – quando si erano diffuse le prime voci sul possibile stop alla produzione, Airbus aveva diffuso una smentita, affermando che “i grandi aerei rappresentano il solo modo per risolvere il problema degli aeroporti congestionati”. Ora, però, il comunicato ufficiale con l’annuncio dello stop a partire dal 2021.
In media, stiamo parlando di un aereo che può caricare oltre 500 viaggiatori in una configurazione mista a tre classi. Ma proprio la sua stazza – scrive La Repubblica – è stato uno dei primi colpevoli della mancata diffusione tra le compagnie aeree: con un’apertura alare da 80 metri, una lunghezza di 73 e un’altezza di 24 metri si è rivelato un ospite ingombrante anche negli hub più capienti del mondo.
Per non parlare, poi, degli investimenti necessari pari a 25 miliardi di euro, dei costi elevati di manutenzione e di quelli proibitivi di acquisto: poco meno di mezzo miliardo di dollari, al netto di eventuali sconti e offerte.
Così, mentre l’A380 si avvicina alla “pensione”, l’altro colosso dei cieli, il Boeing 747, decolla ancora.