«È vero che non è più il momento dei ristori, perché la pandemia ci sta finalmente lasciando e adesso si deve rilanciare la produzione. Ma il turismo è il settore che più di altri sta vivendo una coda di problemi pesanti e ha bisogno di aiuto». Così Massimo Garavaglia, ministro del Turismo, alla conferenza stampa tenuta nella sede milanese del Club Alpino Italiano, guidato da Vincenzo Torti.
«Oltre ai 413 milioni di euro già previsti, ci sono altri 200 milioni in arrivo. Spingiamo su un emendamento al Sostegni ter che ci consenta di avviare una serie di misure necessarie per il turismo. Penso alle agenzie di viaggi e i tour operator che purtroppo non hanno potuto lavorare in questa prima parte dell’anno. L’idea – afferma – è defiscalizzare i contributi per sei mesi, in modo da abbattere i costi e al tempo stesso mantenere l’occupazione».
Garavaglia ha poi citato altre categorie turistiche a rischio per colpa della pandemia e per le quali il governo sta predisponendo delle misure economiche. Gli hotel hanno già avuto un credito d’imposta per gli affitti, che hanno continuato a pesare anche se le camere sono rimaste vuote, ma ha preannunciato che «per equità bisognerà intervenire sull’Imu degli alberghi che sono proprietari delle mura».
Qualcosa dovrà essere fatto anche per i bus turistici, che anche quest’anno si sono visti cancellare le gite scolastiche.
Rispondendo a una domanda de L’Agenzia di Viaggi Magazine, Garavaglia ha poi spiegato quali sono le previsioni in termini di restrizioni di viaggio.
«Il principio è semplice: dobbiamo uniformarci a quello che fanno i nostri concorrenti, soprattutto Spagna e Francia. Quindi – sottolinea il ministro – non possiamo chiudere più di quel che fanno loro; né abbiamo motivo di aprire più di quanto aprano loro. Su questo punto ho trovato sensibile il ministro della Salute, Roberto Speranza, il quale è giustamente prudente quando la curva dei contagi è in salita, ma è pronto ad allentare tempestivamente quando si registra un calo. Penso che già questa settimana vedremo i primi allentamenti delle regole di cautela».
Garavaglia spezza anche una lancia a favore del turismo organizzato e alla sua esigenza di pianificare: «Come si fa a prenotare quando non sappiamo se si aprirà o meno? Dire già da subito che i corridoi, ad esempio, resteranno aperti anche dopo la data di scadenza prevista, non costa niente, ma consente di non perdere prenotazioni».
Mano tesa, poi, al turismo della montagna che il Cai presidia e sostiene con le proprie attività. Sono state assicurate le risorse che consentiranno di mantenere i servizi e le tutele che l’organizzazione ultracentenaria garantisce con i propri volontari.
«Lo chiamano turismo lento, ma invece sta correndo. Anche perché c’è una domanda, iniziata già prima del Covid, di turismo alternativo ai grandi attrattori. E la montagna ci consente anche di destagionalizzare i flussi, perché permette di fare molto altro che sciare», conclude il ministro leghista.