La sala affollata dell’Auditorium di Roma è quella delle grandi occasioni. Sullo schermo un video racconta le bellezze del Paese del Dragone alternate al Colosseo e gli Uffizi. In prima fila ci sono il ministro della Cultura e del Turismo cinese Luo Shugang e il ministro italiano Dario Franceschini, insieme per dare il via ufficiale all’Anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina 2020, nel cinquantesimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra i due Stati.
Si inaugura così l’atteso appuntamento che punta a rinsaldare i rapporti tra Roma e Pechino, in un momento molto delicato per via dell’allarme scatenato dal misterioso virus cinese. Un’alleanza che dura da tempo e che, a guardare i flussi turistici, cresce sempre di più. Nel 2019, infatti, in base ai dati Enit, gli arrivi aeroportuali dalla Cina hanno fatto registrare un +16% rispetto al 2018. Le Regioni preferite sono Lazio (+2,1% 2018/2017), Veneto (+5,2%), Toscana (+7%), Lombardia (+3,2%) ed Emilia Romagna (+1%), mentre quando si tratta di attività ricettive i cittadini cinesi privilegiano le strutture alberghiere (87,2% delle notti totali), anche se l’incremento maggiore si riscontra nel settore extralbergiero (+12,8% vs il 4,1 degli hotel). Oltre alle città d’arte, a sorpresa anche la montagna comincia a interessare i viaggiatori cinesi come dimostrano i numeri relativi al Trentino Alto Adige che ha visto moltiplicare per dieci i pernottamenti e la spesa turistica.
Alla cerimonia di apertura, seguita dall’inaugurazione di una mostra fotografica sui siti Unesco dei due Paesi e il concerto della JuniOrchestra dell’Accademia di Santa Cecilia e dei solisti della Sinfonica nazionale della Repubblica Popolare Cinese, hanno partecipato rappresentanti ed enti del mondo della cultura e del turismo.
Nel corso dei vari panel si è discusso di come i big data hanno cambiato le abitudini di consumo del turista, di overtourism, di come promuovere destinazioni turistiche alternative ai tradizionali circuiti. Proprio su questo punto il ministro Franceschini ha spiegato che «il nostro obiettivo comune è favorire il turismo anche nei luoghi non ancora noti. Bisogna lavorare insieme per la valorizzazione del patrimonio culturale dei nostri due Paesi». Cina e Italia detengono, in effetti, il primato di siti Unesco al mondo, ma la maggior parte si trova in piccoli comuni. «Bisogna ragionare sulla distribuzione dei flussi – ha aggiunto Lorenza Bonaccorsi, sottosegretario ai Beni culturali con delega al turismo – La Cina chiede un turismo attento, che cerca esperienze, e il Belpaese è pronto a offrirle».