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Albania tra siti Unesco e occhi blu: ecco il paradiso che non ti aspetti

Cinquemila anni di storia, 22 parchi archeologici, musei, siti Unesco e una costa lunga 300 km. Sono i numeri dell’Albania, il Paese delle aquile, che oggi in Italia si promuove con uno slogan che ne riassume l’essenza: paradiso a sorpresa. E dunque: stop ai pregiudizi, riflettori accesi sul patrimonio artistico e naturale di questo gioiellino dei Balcani, per troppo tempo rimasto nascosto. Dopo il declino del comunismo alla fine degli anni Ottanta, il Paese – mix di religioni, stili e culture – ha conosciuto una costante evoluzione. Sul fronte turistico, è una destinazione facile: affacciata sull’Adriatico, ben collegata, con l’80% della popolazione che parla la nostra lingua. Così, proprio sul turismo si concentrano oggi gran parte degli investimenti, testimoniati dai cantieri nelle città e lungo le strade: infrastrutture, alberghi, ciclovie. È un Paese in fermento l’Albania, i cui abitanti hanno un culto sincero dell’ospitalità. E tra buona cucina e ottimi vini, il turista fa il pieno di coccole.

Il nostro viaggio con AlbaniaGo, dmc guidata da Elena Pinguli, parte da Tirana. Si resta colpiti dalla sua vivacità: la capitale è moderna, dinamica, detta anche “la città dei giovani”. Non ha un centro storico, distrutto nel 1957, ma ha un cuore che batte forte: l’imponente Piazza Skanderberger, intitolata al grande patriota che impera su una statua equestre. A pochi passi la Torre dell’Orologio, simbolo della città illuminato tutta la notte: vale la pena salire i 90 gradini per godere della vista di Tirana dall’alto. C’è poi l’antica Moschea Etem Bei con i suoi splendidi dipinti e il Museo Nazionale di Storia, il più grande del Paese.

La movida passa invece dal quartiere di Blloku, il più trendy, dove un tempo vivevano i funzionari del regime comunista e ora ospita pub, caffè, ristoranti alla moda e la Sky Tower con il bar girevole con vista a 360°. La città è sovrastata dal monte Dajti, raggiungibile in funivia, ideale per una full immersion nella natura. Le attrazioni della città, però, non finiscono qui. C’è la Piramide di Hoxha, che avrebbe dovuto custodire i resti del dittatore Enver Hoxha, e invece ospita il Centro Internazionale di Cultura. E c’è la piazza dedicata a Madre Teresa di Calcutta, che ha sempre rivendicato con orgoglio le sue origini albanesi: qui, su un’aiuola, svetta la scritta “Nene Tereza”. Proprio in questa piazza Papa Francesco ha dichiarato, davanti a migliaia di pellegrini, che l’Albania è il miglior esempio di armonia e convivenza tra i culti. Una grande verità se si considera che il 60% degli albanesi è musulmano, il 25% cristiano-ortodosso, il 15% cattolico, senza che la storia narri alcuna guerra di religione.

Lasciando Tirana si attraversa la laguna di Karavasta, oggi Parco Nazionale, che si esplora in jeep 4×4 scorrazzando tra le dune sabbiose. Il suo simbolo? Il pellicano riccio, che ha scelto questo luogo – unica colonia in Europa – per l’accoppiamento. Tappa anche a Durazzo, seconda città dell’Albania da cui partono ogni giorno i traghetti per Bari, Ancona Trieste. Ma Durres non è solo un porto: ospita l’Anfiteatro romanico più grande dei Balcani, un Museo Archeologico, la Torre Veneziana, la Moschea di Fatih. Irrinunciabile la visita a Berat, la città bianca (Belligrad) con il centro storico Patrimonio Unesco, che per la sua architettura è chiamata anche “la città delle mille finestre”. Tra le sue attrazioni, oltre alle tipiche case, il Castello, le chiese bizantine, edifici e moschee di grande pregio. Senza dimenticare il ponte di Gorizia, in pietra, che unisce le sponde del fiume Osum.

È tutelata dall’Unesco anche l’antica Argirocastro, in albanese Gjirokastra, detta anche “città di pietra” con i suoi tipici tetti in ardesia. È dominata dal Castello, fortezza che ospita il museo delle Armi dove sono conservati cannoni della Seconda Guerra Mondiale, collezioni di armi, pezzi di artiglieria. Da non perdere la visita di Casa Skenduli, antica residenza sviluppata su tre piani, rimasta intatta nel tempo, dove rivive la vita quotidiana di una nobile famiglia ottomana. Gjirokastra diede i natali al dittatore Hoxha, nella cui casa ora c’è il Museo Etnografico.

Lungo la strada che porta a Saranda, dove faranno scalo la prossima estate le prime navi da crociera Msc, c’è un luogo che incanta: è la riserva naturale del Blue Eye (Syri i Kaltër), dove una sorgente di acqua potabile ha formato un lago blu che ricorda l’occhio umano. A pochi km da qui c’è un altro posto magico Patrimonio Unesco: il parco archeologico di Butrint, che racchiude 2400 anni di storia e gli studiosi definiscono “microcosmo del Mediterraneo”. Passo dopo passo si arriva a Saranda, la Rimini dell’Albania, con hotel da 3 a 5 stelle, e molti altri in costruzione. È di fronte a Corfù, da cui dista 9 km, e a cui è collegata con traghetti giornalieri. Lungo tutta la costa sud il mare è limpido con spiagge bianche, insenature sassose, scogliere, calette e colline sul mare.

Qui c’è Porto Palermo con il castello di Ali Pasha, minuscola penisola collegata alla terraferma dalla sottile scogliera bianca. E poi su fino a Scutari, porta del nord, con il castello-fortezza di Rozafa e il lago più grande del Paese, appartenente per metà al Montenegro. Uno dei celebri vicini di casa, a cui l’Albania affianca la sua competitiva offerta turistica.

Ekonomi: «Stop ai vecchi stereotipi»
Obiettivo Italia per il turismo albanese, il cui dicastero è guidato da Milva Ekonomi. «L’Albania è cambiata molto negli ultimi 25 anni – afferma il ministro – Non è il Paese scuro dei vecchi stereotipi. È una destinazione mediterranea allegra e solare, con un’ospitalità genuina e una natura stupenda da scoprire. Ne stiamo rafforzando il profilo di meta turistica unica, grazie anche al fatto che può essere raggiunta facilmente in 1-2 ore di volo, e al regime favorevole di visti».

 

Accordi con i t.o. per il nuovo anno
Lo sviluppo dell’economia albanese passa dal settore turistico. Ne è convinto Ardit Collaku, direttore dell’Agenzia nazionale del turismo, che annuncia la partecipazione alla Bit e fa sapere: «L’Albania offre molte opportunità di investimento. Per il 2017 abbiamo già chiuso accordi importanti con alcuni t.o. anche per costruire un villaggio turistico». A favorire gli investimenti c’è il Fisco: esenzione fino a 40mila euro di reddito l’anno; 7,5% di tasse fino a 65mila euro; 15% per chi ne guadagna oltre 65mila. «Puntiamo sul turismo sostenibile e culturale, con proposte fruibili tutto l’anno, mentre per i mesi estivi continueremo a promuovere il balneare», afferma.

Molto interesse è suscitato anche dal turismo medico, cure odontoiatriche e chirurgia plastica in primis, e quello religioso con itinerari dedicati a Madre Teresa di Calcutta. «Tra le priorità – prosegue Collaku –  lo sviluppo della rete stradale e la ferrovia che collegherà Durazzo a Tirana, fino al suo aeroporto. Per il porto di Valona, intanto, sono stati già stanziati 45 milioni di euro».

Forte l’impegno anche nella sicurezza con leggi ad hoc e regole severe per la certificazione delle strutture ricettive e di ristorazione, delle guide turistiche e delle agenzie. Si stanno gettando le basi per il turismo di massa? La risposta di Collaku è «no, non vogliamo muoverci in questa direzione. Piuttosto l’abbondanza di foreste, fiumi e laghi ne fanno meta ideale per il turismo outdoor».

 

Il progetto B2B di AlbaniaGo
La laurea in Economia, gli studi in Inghilterra e nel curriculum Meridiana e Gartour. Un gran giro, quello di Elena Pinguli, gm di AlbaniaGo, che parte dal suo Paese d’origine – l’Albania appunto – e lì ritorna. Elena vive a Roma, e da qui promuove e commercializza la destinazione: «Per venderla bene bisogna avere forti rapporti locali. È un piccolo Paese, ma bisogna sapersi muovere con cautela».

Nata qualche anno fa organizzando gruppi, AlbaniaGo ha grandi progetti per il 2017: «Avvieremo una programmazione per i t.o. con partenze garantite e strutture di buon livello, a 4 e 5 stelle. È un grosso rischio e un grande investimento, per questo inizieremo con poche date, entrando pian piano nel mercato B2B. Quello che manca in Albania è un turismo strutturato, su cui sto lavorando con il governo, che è giovane e di mentalità aperta, e che ci sta offrendo grande sostegno. Il fam trip rientra in questo quadro».

Sarà orientato al trade anche il nuovo sito, dove si potranno scaricare programmi, prezzi netti, quote finali. «I tour per i gruppi – spiega Pinguli – al momento sono quattro, con gli itinerari che riteniamo più interessanti. Legati alla natura, al trekking, alla cultura, all’architettura, alla storia, ma anche al mare in estate».

Per AlbaniaGo “piccolo è bello”: «Non vogliamo diventare un grande t.o. generalista, si perderebbe la qualità del servizio». Pinguli porta avanti con il governo anche il progetto di aprire all’Ambasciata a Roma un angolo di cultura e turismo albanese con un calendario di incontri, inizialmente una volta al mese, che poi aumenteranno in base alle esigenze. Qui ci sarà AlbaniaGo come t.o. di riferimento e i consulenti turistici dell’Ambasciata.

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