Nucleo di controllo o polizia turistica, poco importa la denominazione, ma serve un segnale forte per combattere l’abusivismo ricettivo a Roma. Gli affitti brevi delle case private, trasformate in strutture ricettive senza alcuna sorveglianza, costano almeno 40 milioni di euro in termini di mancato incasso della tassa di soggiorno. È l’allarme lanciato dal presidente di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli, all’Albergatore Day, all’Hotel Parco dei Principi.
Vista l’assenza della sindaca Virginia Raggi e del ministro del Mipaaft Gian Marco Centinaio, questa denuncia è stata raccolta dall’assessore al Turismo del Comune di Roma, Carlo Cafarotti, che ha assicurato alla platea degli albergatori che, entro pochi mesi, sarà emanato un provvedimento che contrasterà il sommerso ricettivo.
Ma il problema dell’hôtellerie alternativa e senza regole riguarda l’intero territorio italiano, ha tenuto a precisare il presidente di Federalberghi nazionale Bernabò Bocca. È stato lui a evidenziare come in tutte le altre grandi capitali turistiche questo fenomeno è stato regolamentato con norme chiare e soprattutto con imposizioni fiscali che vengono rispettate, mentre nel nostro Paese l’extraricettivo – alimentato da Airbnb, per intenderci – evade qualsiasi tipo di regola e di tributo. Una concorrenza sleale esercitata alla luce del giorno.
Altro tema caldo a Roma è il Piano Bus, liquidato da Roscioli con un commento lapidario: «Si tratta di una misura anti-sviluppo, perché, ad esempio, nel turismo congressuale la limitazione d’accesso a poche decine di pullman, sta costando disdette e inaccettabili svantaggi competitivi. Ovviamente c’è bisogno di una regolamentazione, ma concertata con le parti. Non si può passare da un estremo all’altro».
Infine, come quadro generale, gli albergatori lamentano il sistematico «corto circuito» delle competenze: in un Paese dove il turismo pesa il 10% in termini di Pil, è inconcepibile che le regolamentazioni siano frammentate tra autorità centrale, amministrazioni regionali e amministrazioni comunali. Con questo tipo di gestione, dicono da Federalberghi, non si va da nessuna parte.