Albergatori al governo: “Dopo il sì ai viaggi all’estero, autorizzate anche quelli in Italia”
Il via libera ai viaggi all’estero, con i primi pacchetti Covid tested per le Canarie, a qualcuno non è andato giù. In modo particolare agli albergatori italiani, rappresentati da Federalberghi e Confindustria Alberghi, secondo cui il governo ha adottato per Pasqua “due pesi e due misure”
«Gli alberghi e tutto il sistema dell’ospitalità italiana sono fermi da mesi a causa del divieto di spostarsi da una regione all’altra. Non comprendiamo come sia possibile autorizzare i viaggi oltre confine e invece impedire quelli in Italia. Se è vero, come è vero, che le persone vaccinate o con tampone negativo sono a basso rischio di contagio, allora questa logica deve essere applicata anche ai viaggi in Italia, così come alla possibilità di frequentare terme, impianti di risalita, riunioni, congressi e manifestazioni fieristiche», tuona il presidente di Federalberghi nazionale, Bernabò Bocca, che – pur producendo giuste argomentazioni – alimenta una polemica dolorosa per un settore già vittima di divisioni.
La richiesta al governo è di adottare con urgenza un provvedimento per “liberare” le persone munite di certificazione attestante l’avvenuta vaccinazione o il risultato negativo di un test molecolare o antigenico, effettuato per mezzo di tampone non oltre le 48 ore precedenti il viaggio o il risultato di un test sierologico che dimostri di essere guariti dalla malattia.
A Bocca fa eco Maria Carmela Colaiacovo, vice presidente di Confindustria Alberghi: «Ci sono cose che non riusciamo proprio a capire. È possibile andare all’estero per vacanza, ma non spostarsi da una regione all’altra per soggiornare in un albergo. Evidentemente è un paradosso», afferma. E aggiunge: «Le nostre strutture sono sicure, i comportamenti sul territorio sono comunque monitorati e garantiti dalle regole dello Stato italiano, ma non ci si può muovere. Già più volte abbiamo chiesto che la prenotazione alberghiera possa costituire un titolo sufficiente per spostarsi tra Regioni. Oggi più che mai crediamo che sia possibile e giusto».
«Le strutture sono pronte a accogliere in piena sicurezza gli ospiti», conclude Colaiacovo, secondo cui «c’è un pregiudizio contro il settore», visto che «le seconde case si possono raggiungere, ma gli alberghi dove il monitoraggio è continuo no. Stesso discorso vale rispetto ai viaggi all’estero. Siamo certi che il soggiorno in un albergo in Italia può offrire garanzie analoghe, se non superiori».