Alcol in aeroporto, O’Leary: «Ora basta. Massimo due drink a passeggero»

Alcol in aeroporto, O’Leary: «Ora basta. Massimo due drink a passeggero»
02 Settembre 14:29 2024 Stampa questo articolo

«Basta passeggeri ubriachi a bordo»: è Michael O’Leary, ceo di Ryanair, a fare questa richiesta dopo l’ennesima rissa a luglio scoppiata su uno dei suoi voli innescata da un eccesso di alcol tra passeggeri su un volo da Agadir a Londra Stansted.

La colpa dei tanti, troppi, passeggeri ubriachi già prima dell’imbarco, sarebbe – a suo dure – la gran mole di ritardi dei voli che danno a chi è in attesa di partire più tempo per consumare alcolici in aeroporto, “ingannando” così la noia delle lunghe attese.

Parlando al podcast di The Independent dedicato ai viaggi, O’Leary ha infatti dichiarato: «I ritardi hanno raggiunto quest’estate un livello eccezionale; quindi le persone passano il tempo negli aeroporti a bere prima di imbarcarsi». E ancora «I passeggeri che litigano tra loro sono una tendenza crescente a bordo degli aerei. È la sfida più grande che i nostri equipaggi devono affrontare al momento».

Sempre sullo stesso tema, in una conferenza stampa a Londra, Michael O’Leary ha rincarato la dose: «Abbiamo a che fare con almeno un brutto caso di aggressione a settimana». Cinque o dieci anni fa, ha detto, «sarebbe stato quasi nullo».

Da qui la proposta del ceo Ryan: limitare la vendita di alcolici a due drink a passeggero negli aeroporti. Questa restrizione, secondo lui, potrebbe ridurre significativamente gli episodi di violenza a bordo. «Abbiamo presentato proposte ai governi di tutta Europa. Vogliamo due cose. Uno: multe ai passeggeri allontanati dagli aerei per comportamento disordinato. Due: limitare la quantità di alcolici venduti negli scali».

La proposta ha già incontrato la ferma opposizione di alcuni scali, che si sono difesi affermando che nei loro bar non vengono di prassi servite bevande alcoliche a passeggeri già ubriachi.

Tra i principali critici di O’Leary c’è Tim Martin, il fondatore della catena di pub Wetherspoon, con diversi locali negli aeroporti britannici, che ha respinto le accuse, suggerendo che Ryanair dovrebbe invece rivedere la propria politica di vendita di alcolici a bordo, citando come esempio il fatto che la compagnia offre sconti su whisky irlandese se ordinato in doppia dose, mentre la sua catena ha già eliminato da tempo bevande forti dai menù aeroportuali.

Un portavoce dell’aeroporto John Lennon di Liverpool ha specificato che lo scalo ha un approccio di tolleranza zero nei confronti dei comportamenti di disturbo dei passeggeri e lavora a stretto contatto con i suoi partner di vendita al dettaglio per garantire una fornitura responsabile e controllata di alcolici e per incoraggiare un consumo corretto da parte dei passeggeri, con un protocollo anti disturbo già in vigore.

Stessa politica anche a Glasgow, scalo gestito da Ags Airports, il cui portavoce ha dichiarato: «I casi di comportamento dirompente sono estremamente rari. Tuttavia ogni incidente, quando si verifica, può colpire in modo spropositato un gran numero di passeggeri e lavoratori di bordo e aeroportuali, ragion per cui non tolleriamo tali comportamenti».

L'Autore

Carla Villani
Carla Villani

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