Venerdì scorso l’amministratore delegato di Alitalia, Cramer Ball, ha presentato ai sindacati e al personale della compagnia i dettagli del piano industriale 2017-2021, approvato dal cda. Il piano individua una serie di misure per aumentare i ricavi e ridurre i costi, con l’obiettivo di tornare all’utile entro la fine del 2019.
Alitalia ridurrà i costi di 1 miliardo di euro e la maggior parte del risparmio (due terzi) verrà da costi non legati a quello del lavoro, mentre un terzo sarà legato al lavoro e alla produttività.
Solo con il ritorno alla profittabilità nel 2019, la compagnia – come si legge in una nota – “potrà riprendere a crescere anche grazie all’ingresso in flotta di sei nuovi aeromobili di lungo raggio tra il 2019 e il 2021. Aerei che si aggiungeranno ai due già previsti nel 2017 e nel 2018. Alitalia prevede inoltre di potenziare il lungo raggio con l’apertura di dieci nuove rotte entro il 2021 e di assumere fino a 500 nuove persone fra piloti e assistenti di volo a partire dal 2019”.
Il piano prevede una riduzione dell’organico che riguarderà fino a 2mila posti di lavoro, relativi a contratti a tempo indeterminato e determinato, ovvero una riduzione del 51% del personale degli uffici e del 20% per il personale operativo (non di volo). La compagnia aerea impiega attualmente 12.500 persone in Italia e all’estero.
«Le misure relative al personale sono dolorose, ma necessarie, insieme alla riduzione di altri costi operativi, per stabilizzare la situazione finanziaria della compagnia e a garantirne la sostenibilità di lungo termine. Questi cambiamenti sono essenziali se vogliamo competere in modo efficiente in un mercato del trasporto aereo europeo che è caratterizzato da una spietata concorrenza. Insieme ai sindacati e con il sostegno del governo italiano, lavoreremo, come è giusto e doveroso che sia, per cercare il modo per ridurre il più possibile l’impatto sociale del piano sul personale coinvolto», ha dichiarato Cramer Ball.