Ritardo nel pagamento degli stipendi e negoziati a rilento con l’Ue. Il futuro di Alitalia si tinge di oscuri presagi dopo un fine settimana che ha riservato solo cattive notizie per la compagnia italiana in amministrazione straordinaria.
Venerdì scorso, infatti, è arrivata la prima doccia fredda: Bruxelles ha approvato solo 24,7 milioni di euro della terza tranche di aiuti di Stato ad Alitalia per compensare i danni dovuti dalla pandemia, ovvero poco meno della metà dei 55 milioni accordati (in precedenza erano quasi 77 milioni, ndr). Inoltre, gli incontri tra il governo – con i tre ministri Giorgetti (Mise), Franco (Mef) e Giovannini (Mit) – e la commissaria Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager, non stanno producendo risultati positivi, come invece lascierebbero trapelare alcune dichiarazioni formali.
Il commissario Vestager, infatti, resta fermo sulle sue pozioni e nega, per il momento, il trasferimento diretto della parte aviation da Alitalia a Ita senza l’obbligo di una gara. Una gara che richiederebbe troppo tempo, però, e impedirebbe il decollo della newco Ita prima dell’estate.
Inoltre, Alitalia in a.s. potrebbe non avere sufficiente ossigeno per arrivare alla gara senza aver prima sospeso le operazioni. Questo a causa dei una crisi di liquidità evidente: gli stipendi dei dipendenti di Alitalia di marzo al momento non sono ancora stati pagati e l’evento si ripete per la terza volta negli ultimi 4 mesi.
Secondo fonti sindacali, poi, non ci sarebbero nemmeno indicazioni precise su quando arriveranno le buste paga (di solito pagate il 27 di ogni mese, ndr). L’incontro tra governi e sindacati, infine, è stato rinviato di giorno in giorno in quest’ultima settimana: il nuovo appuntamento, ora è per mercoledì 31 marzo.
Intanto, l’ultima bozza di piano della newco Ita – secondo indiscrezioni di stampa – avrebbe aumentato i tagli. La società guidata da Francesco Caio e Fabio Lazzerini doveva decollare ad aprile, ma ora i tempi si allungano fino a giugno-luglio.
Le indiscrezioni parlano di un avvio con non più di 4mila dipendenti, che significherebbe un numero di esuberi per Alitali in a.s. superiore ai 7mila. Una parte di questi lavoratori resterebbe nei rami handling e manutenzione, in attesa di una collocazione a gara di queste attività. Ma più i tempi si allungano, più il rischio di una crisi senza ritorno sembra realtà.