Alitalia, via libera dell’Europa all’ingresso del Mef
Per adesso si tratta di un ok ancora informale, ma il governo M5s-Lega lo dà ormai per scontato. La Commissione europea non solo ha dato il via libera al prestito ponte da 900 milioni per Alitalia, ma ha concesso il suo beneplacito alla conversione del prestito statale in azioni, sia pure per una cifra non superiore ai 400 milioni (il resto dovrà essere rimborsato, ndr).
In questo modo, secondo quanto si legge su Il Messaggero, il Tesoro diventerà azionista dell’ex vettore di bandiera, costituendo quel “nocciolo duro” intorno al quale verrà costruito l’azionariato della newco.
In primis, come si sa, farà la sua parte Ferrovie dello Stato, a cui si aggiungeranno altre società pubbliche per arrivare a una quota superiore al 50%. Il resto verrà diviso tra i partner industriali interessati ad Alitalia: Delta ed easyJet davanti a tutti, ma senza escludere un ritorno di Lufthansa.
Un altra novità riguarderebbe il tempo concesso all’amministratore delegato di Fs, Gianfranco Battisti, per predisporre il piano industriale, spostando quindi la deadline a oltre la fine di febbraio. Intanto, si legge sul quotidiano, sarebbe terminata la missione degli emissari di Battisti ad Atlanta, per incontrare gli uomini di Delta Air Airlines, viaggio al quale avrebbero partecipato anche gli analisti di Mediobanca e i consulenti di McKinsey e Oliver Wyman.
Sul fronte della futura governance della nuova Alitalia, sembra ormai certo che il futuro amministratore delegato sarà indicato dall’azionista pubblico, ovvero dal ministero dell’Economia e Finanze e dalle Fs, mentre ai soci esteri verrebbero riservate cariche e poltrone importanti, anche di natura operativa.
Nessuna novità invece, per quanto riguarda il piano industriale. Il focus sarà sempre puntato sul lungo raggio e sull’acquisto di nuovi velivoli (è pressoché certo che i nuovi aeromobili saranno finanziati da Cassa Depositi e Prestiti), il tutto in un’ottica di integrazione tra treno ed aereo.