Alitalia chiude Malpensa-Fiumicino
In attesa della presentazione del piano industriale, per il lancio della fase due (che dovrebbe partire il 10 gennaio), la vicenda Alitalia mette a fuoco i primi dettagli di quello che si prospetta essere l’anno decisivo per la sopravvivenza dell’ex compagnia di bandiera. Così, dopo avere deciso di puntare sul lungo raggio e su poche (e selezionate) rotte di corto e medio raggio, il vettore, posseduto al 49% dagli arabi di Etihad, ha deciso di sospendere dal primo febbraio la rotta che collega Malpensa e Fiumicino, che con i suoi tre collegamenti giornalieri perderebbe poco meno di 6 milioni l’anno.
I motivi? La solita concorrenza di Linate (20 voli in andata e altrettanti per il ritorno verso Fiumicino), la consapevolezza che sulla direttrice Malpensa-Roma non esiste un mercato degno di tale nome (anche Easyjet cancellerà da marzo i suoi voli), senza contare la vittoria ormai assodata dell’alta velocità ferroviaria, scelta ormai da circa il 70% dei pendolari tra le due città. Non solo: lungi dal rappresentare un abbandono di Malpensa, il taglio dovrebbe invece rientrare nella nuova strategia della compagnia, con la possibilità che in futuro alle tratte per Tokyo, New York e Abu Dhabi in partenza dallo scalo lombardo, se ne possano aggiungere altre di lungo raggio. Sullo sfondo, poi, rimangono sempre le incognite relative ai dipendenti. Se le indiscrezioni indicano in 1.500 i possibili esuberi, dalla fine di dicembre sono stati congelati gli aumenti retributivi e gli scatti di anzianità.