Nuova puntata (e nuove polemiche) nella storia infinita della vendita di Alitalia. Oggi al Senato comincia l’esame in sede referente del decreto legge che rinvia di sei mesi – e dunque a fine ottobre prossimo – i termini per «l’espletamento» della gara per la cessione della compagnia. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, per l’esame in Parlamento del decreto, l’orientamento dei Cinque Stelle prevederebbe la richiesta di maggiori informazioni sui conti del vettore, l’ audizione dei commissari, oltre alle presentazione di emendamenti per modificare il decreto del governo.
«Prima di fare proposte attendiamo l’audizione dei commissari di Alitalia, per valutare qual è la situazione economico-finanziaria. Se non riusciamo a comprendere quali sono le prospettive di una fase di vendita o di ristrutturazione e risanamento è difficile capire quale sarebbe l’esito di una procedura di liquidazione e vendita», ha detto al quotidiano economico-finanziario Mario Turco, commercialista e professore di economia aziendale all’università di Lecce. Uno dei membri della Commissione speciale del Senato per l’esame degli atti urgenti presentati dal governo, dove il decreto verrà esaminato. L’audizione dei tre commissari capitanati da Luigi Gubitosi è prevista «lunedì o martedì della prossima settimana».
Turco ha anche sottolineato la scarsità di informazioni sui conti di Alitalia, «gli ultimi dati di bilancio pubblicati sono quelli del 2015». Negli scorsi giorni, però, proprio su questo tema, erano circolate alcune cifre rilasciate in un’intervista proprio da uno tre commissari, Stefano Paleari, che avevano dato modo a un analista del settore, come Andrea Giuricin, di quantificare una perdita di 2 milioni di euro al giorno nel primo trimestre del 2018. Il tutto, mentre grazie al giro di cassa, il prestito ponte di 900 milioni concesso dal governo al vettore, su cui la Commissione europea ha avviato una “indagine approfondita” per stabilire se sia in linea con le norme Ue in materia di aiuti di Stato per le aziende in crisi, è rimasto sostanzialmente intatto.
Secondo quanto ha detto Paleari, il 2017 si è chiuso con ricavi per quasi 3 miliardi di euro, in crescita dell’1% dopo anni di calo e l’Ebitda dal 2 maggio (data di inizio dell’amministrazione straordinaria, ndr) al 31 dicembre è stato pari a -24 milioni di euro contro un valore negativo di 190 milioni nello stesso periodo del 2016. In discesa anche i costi, ridotti dell’11% nel primo trimestre del 2018, periodo durate il quale i ricavi passeggeri sono cresciuti del 6,4% con un Ebitda migliorato a -117 milioni da -228 milioni dello stesso periodo del 2017.
Tra i punti di forza con cui guardare ai prossimi mese, sottolineava il commissario, le prenotazioni che hanno superato quota 5 milioni, e i miglioramenti sul prodotto, con l’apertura della rotta per Johannesburg e dello shuttle Milano-Londra, oltre alla presenza di Linate, dove Alitalia ha oltre il 70% degli slot e offre 20 destinazioni, ma «possono crescere senza difficoltà fino a 25-30».