Migliorano i conti di Alitalia, che chiude il 2018 con un rosso dimezzato. Rispetto al 2017, quando l’Ebidta era arrivato a 312 milioni, i numeri illustrati dai tre commissari straordinari Stefano Paleari, Enrico Laghi e Daniele Discepolo ai sindacati in un incontro svoltosi ieri a Fiumicino, parlano di un margine operativo lordo negativo di 154 milioni di euro e di una liquidità al 31 dicembre 2018 pari a 703 milioni.
Un numero, questo, a sua volta da suddividere tra i 506 milioni di circolante e i 197 milioni di depositi (di cui 103 a Iata), con il rischio che nei prossimi mesi la compagnia possa ritrovarsi senza denaro in cassa se la procedura di vendita dovesse andare per le lunghe.
Intanto, proprio ieri, è arrivata ai commissari della compagnia una lettera dei vertici di Ferrovie dello Stato contenente una richiesta di proroga di almeno 40 giorni per trovare un partner industriale che sposi il progetto del gruppo guidato da Gianfranco Battisti.
Con il risultato che, per elaborare un piano industriale e trovare l’intesa sull’assetto societario della nuova Alitalia, si arriverà con tutta probabilità a metà marzo. Secondo Il Messaggero, in pole position per ricoprire il ruolo di partner industriale nella newco ci sarebbero gli americani di Delta e il gruppo franco-olandese di Air France Klm, di cui la compagnia a stelle e strisce è azionista con il 9% (la posizione di Lufthansa invece resta quella di non investire insieme con il governo italiano o in una società controllata dal governo).
Nonostante i miglioramenti dei conti, resta però alta la preoccupazione da parte dei sindacati. Che lamentano soprattutto il mancato coinvolgimento da parte del governo, non solo per la questione Alitalia, ma anche per gli altri temi caldi che riguardano l’intero settore, dal Fondo di solidarietà del trasporto aereo alle norme contro il dumping salariale. Per questo già oggi alcune sigle si riuniranno per fare il punto e decidere le azioni da intraprendere, tra cui non è escluso lo sciopero.