Alitalia, è battaglia europea su ristori ed esuberi
Il passaggio da Alitalia in amministrazione straordinaria alla newco Ita preoccupa fortemente i sindacati, che ora si appellano all’Unione Europea. Nella lettera di risposta della newco ai rilievi avanzati da Bruxelles sul passaggio dalla nuova alla vecchia gestione, Ita ha sottolineato che non si procederà al travaso automatico dei dipendenti da Alitalia alla nuova realtà. Anche se al 2025 è previsto che il personale della nuova società salga a circa 10 mila dipendenti, il mancato e immediato travaso, quindi, rischia di sparigliare le carte e creare contrapposizioni pericolose per la tempistiche del rilancio aereo della compagnia di bandiera.
Così Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti rilanciano le loro preoccupazioni – “siamo preoccupati per la sorte dei dipendenti perché dal piano industriale della nuova compagnia di bandiera Ita non vi è certezza per il loro futuro” – agganciandole a quelle più immediate per i lavoratori di Alitalia in amministrazione straordinaria che rischiano di non vedersi “pagati gli stipendi se non arriverà la tranche di 73milioni prevista dal decreto Rilancio”.
Questa somma, che si aggiunge ai 277 milioni già elargiti su un totale di 350 autorizzati come ristori Covid, ha scatenato una bagarre tra Ue e Italia, visto che da Bruxelles sostengono che il nostro governo sia in ritardo con la presentazione della documentazione necessaria. In assenza di nuova liquidità, ha fatto sapere il commissario straordinario Giuseppe Leogrande nel corso dell’ultima audizione in commissione parlamentare, Alitalia non avrebbe infatti cassa sufficiente per andare avanti.
Così i sindacati hanno deciso di giocare la partita in campo europeo. “Con Etf (sindacato europeo dei trasporti) chiediamo un incontro alla commissaria alla concorrenza, Margrethe Vestager, perché c’è la necessità di sveltire il percorso di autorizzazione per la partenza della nuova Alitalia, sbloccando la procedura di vendita e consentendo il trasferimento di tutto il perimetro delle attività, handling e manutenzione comprese, nell’interesse dei lavoratori e del Paese”, sostengono in unna nota congiunta i segretari delle tre sigle Stefano Malorgio, Salvatore Pellecchia e Claudio Tarlazzi.
“Le norme Ue sulla concorrenza – proseguono Cgil, Cisl e Uil – non impediscono ad un soggetto pubblico di investire, senza alcun limite quantitativo nel vettore di bandiera a condizione che questi lo faccia operando con regole di mercato come un investitore privato che è esattamente ciò che Ita deve, a nostro avviso, fare. La newco deve poter contare sul personale dipendenti di Alitalia in a.s. brand, logo, beni strumentali indispensabili alla produzione, slot, handling e manutenzione perché costituiscono un patrimonio che ha valore unicum produttivo”.