by Roberta Rianna | 13 Febbraio 2018 10:18
«Profittevole, una rotta deve essere profittevole». Non esiste la bacchetta, ma una parola magica sì. Ed è questa. La pronuncia Nicola Bonacchi, vice presidente sales di Alitalia. La ripete Fabio Lazzerini, direttore commerciale, seduto di fronte a Nardo Filippetti, presidente Astoi, in un pranzo milanese che ha il sapore di un’operazione trade.
La compagnia – la cui proprietà è tuttora contesa tra Lufthansa e gli altri pretendenti – guarda dritto negli occhi i tour operator e mette sul piatto un lungo raggio appetitoso, il cui gusto non dipende dalle tariffe al ribasso. Un long haul con la new entry Maldive (load factor dell’80%), ma anche Nuova Delhi tutto l’anno e la scommessa Johannesburg con quattro frequenze e slot comodissimi, servita dalla macchina che prima era schierata sulla Roma-Pechino. Perché il collegamento per la Cina, salutato senza nessun rimpianto, «era una rotta in perdita, operata quattro volte a settimana in orari scomodi, che penalizzavano le coincidenze», spiega Lazzerini.
No profittabilità, no party. Tant’è che le previsioni del primo trimestre 2018 vedrebbero Alitalia fatturare il 4-5% in più rispetto al passato, prima della già nota inversione di marcia.
Potrebbe arrivare in queste ore, intanto, la notizia ufficiale di una nuova rotta, attesissima dal mercato italiano. Si tratta della Roma Fiumicino-Mauritius, a partire dalla prossima stagione invernale. Un collegamento per cui già la prossima settimana dovrebbero chiudersi gli accordi.
Guardando all’incoming, decolla il 27 febbraio la piattaforma Discover Italy, collegata al sito Alitalia. Prima della conferenza a Milano, durante la quale verranno illustrati al trade tutti i dettagli, Lazzerini mette un punto alle polemiche: «Sarà un portale ispirazionale, dove si promuoverà l’Italia con l’obiettivo di portare traffico alla compagnia. Solo in un secondo momento prevediamo accordi con alcuni operatori incoming, ma non abbiamo ancora nessuno in lizza. Una cosa per adesso deve essere chiara: noi non facciamo il tour operator».
Sempre sul fronte italiano, è partito il progetto Stopover Roma, che va in tandem con Visit Italy e Visit Europe: «Una specie di pass che prevede una tariffa fissa una volta arrivati in Italia e in Europa». Su tutto, il lavoro di cesello sui cosiddetti bypass, come le tratte Verona-Cagliari, Bologna-Palermo e Venezia-Palermo, per facilitare la distribuzione dei flussi.
Tutte mosse con cui il management blinda la sua Alitalia, in attesa che se ne stabiliscano le sorti.
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