Fare i conti in cassa Alitalia e capire la reale emergenza finanziaria della compagnia aerea: è questo il motivo di fondo dell’urgente richiesta avanzata dai sindacati per un incontro con il ministro dei Trasporti Paola De Micheli e con il commissario straordinario Giuseppe Leogrande, a seguito di quanto emerso dall’audizione in Commissione Trasporti: in quella occasione, Leogrande ha ribadito che l’aerolinea, negli ultimi due anni, ha “bruciato” 300 milioni di euro l’anno, riducendo in modo significativo i 900 milioni di prestito-ponte già erogati dal Governo, e che nella ristrutturazione finanziaria che ora il commissario si appresta a compiere rientra la rinegoziazione dei contratti leasing per gli aeromobili, il rigoroso monitoraggio dei centri di costo e un’analisi della redditività.
Da tener presente che ad oggi la gestione commissariale ha pagato 1,6 miliardi di euro in stipendi e che, riguardo ai 400 milioni di euro del nuovo prestito stanziato dal Governo e sul quale il Parlamento deve decidere la conversione in legge, il commissario straordinario ha lasciato intendere – in audizione – che questa liquidità servirà a garantire la continuità di gestione fino al 31 maggio, ma che sarebbe stato meglio avere più tempo a disposizione, in quanto a quella data è legata la presentazione di un’offerta da parte di acquirenti di cui al momento non c’è nemmeno l’ombra.
Nella nota sindacale di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti si legge: “Il tempo che sta passando non è un fattore neutro. Con la ministra del Mit vogliamo parlare del futuro della compagnia di bandiera e dell’urgenza di rimettere mano alle regole del settore. Inoltre apprezziamo che lei voglia avviare un tavolo tecnico per l’approfondimento delle diverse tematiche afferenti il trasporto aereo. Si tratta infatti di uno dei punti nodali della nostra vertenza dei trasporti Rimettiamo in movimento il Paese che, lo ricordiamo, è tuttora aperta. Mentre con il commissario di Alitalia vogliamo fare il punto della situazione sull’azienda e capire insieme dove sono gli sprechi che fanno bruciare la cassa, appurato che, come dichiarato dallo stesso ministro del Mise Patuanelli in audizione alla Camera lo scorso dicembre, non è il costo del personale che determina le perdite”.