Più passa il tempo, più cresce la spesa dello Stato per mantenere a galla Alitalia. Nel giro di pochi giorni, infatti, il nuovo prestito ponte che il governo dovrebbe concedere – per permettere alla compagnia aerea di superare l’inverno e di arrivare alla definizione della newco – è lievitato di altri 50 milioni di euro. Dopo l’ok del ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, alla concessione di un ulteriore proroga fino al 21 novembre, ecco che spuntano i dettagli sull’ennesima ancora di salvataggio che il governo ha lanciato alla compagnia aerea in amministrazione straordinaria.
Il primo comma dell’ultimo articolo del decreto fiscale presentato dall’esecutivo, infatti, riporta quanto segue: “per consentire di pervenire al trasferimento dei complessi aziendali facenti capo ad Alitalia – Società Aerea Italiana – S.p.A. in amministrazione straordinaria ed alle altre società del medesimo gruppo anch’esse in amministrazione straordinaria […] è concesso nell’anno 2019, in favore delle stesse società in amministrazione straordinaria, per le loro indilazionabili esigenze gestionali, un finanziamento a titolo oneroso di 400 milioni di euro, della durata di sei mesi”.
Sembrano non bastare più, quindi, i 350 milioni annunciati la scorsa settimana e il conto che lo Stato italiano sta pagando per Alitalia lievita fino a raggiungere più di 1,5 miliardi (considerato il primo prestito ponte da 900 milioni di euro e i 200 milioni di interessi).
Sempre nel dl fiscale sono contenute le modalità del finanziamento “concesso con l’applicazione di interessi al tasso Euribor a sei mesi pubblicato il giorno lavorativo antecedente la data di erogazione, maggiorato di 1.000 punti base, ed è restituito, in prededuzione, con priorità rispetto a ogni altro debito della procedura, entro sei mesi dalla erogazione e, in ogni caso, entro 30 giorni dall’intervenuta efficacia della cessione dei complessi aziendali”.