Tutto da rifare per il salvataggio di Alitalia, che dopo sette proroghe e un prestito di 900 milioni di euro, si trova ancora ai nastri di partenza. Al momento, l’unico dato certo è che a giorni, su richiesta dei commissari, il Mise formalizzerà una nuova scadenza (l’ultima è scaduta il 21 novembre, per la nuova si parla di almeno due settimane) entro la quale andranno presentate le offerte non vincolanti.
Nel frattempo però, bisognerà anche trovare l’escamotage per liberare il prestito da 400 milioni già previsto nella legge di Bilancio, la cui concessione è però legata indissolubilmente alla creazione di un consorzio, che per il momento non esiste.
Più di una, come sottolinea il Messaggero, le soluzioni allo studio del governo. A cominciare da quella che prevede il matrimonio con Lufthansa, la preferita dai 5 Stelle e dalla stessa Atlantia (che sarebbe disposta a rientrare nella partita solo in presenza del colosso tedesco, ndr), da attuarsi dopo una cura dimagrante (si parla di almeno 3-4mila dipendenti, da accompagnare attraverso Cig e “scivoli” vari) da parte dello Stato. A questo proposito, sarebbe già pronta, per evitare la liquidazione della compagnia, la nomina di un unico commissario, “affiancato da un manager esterno nelle vesti di direttore generale, esperto di trasporto aereo e con mandato a ristrutturare la compagnia per venderla” (tra i papabili, ci sarebbe proprio Michael Kraus, ex amministratore delegato di Air Dolomiti).
Sul tavolo del Mise, ci sarebbe poi l’ipotesi di concedere una proroga più lunga dei 15-20 giorni previsti. Il tutto con l’obiettivo di convincere Atlantia a rientrare nella partita, con Delta come partner industriale disposto però, a concedere qualcosa di più sulle rotte nord americane. «Il Governo deve fare alla svelta, non c’ è più tempo di aspettare, è venuto il momento delle decisioni», ha denunciato intanto il segretario della Cgil Maurizio Landini.