Una storia senza fine, quella delle nuove divise Alitalia. Firmate da Alberta Ferretti che ha prestato la propria opera gratuitamente, e presentate in pompa magna poco più di un mese fa, incominceranno a fare la loro comparsa a bordo di aeromobili e negli aeroporti dopo l’estate: ma già adesso sono finite nel mirino della commissaria europea per la Concorrenza, Margrethe Vestager.
«La Commissione ha appreso dalla stampa dell’acquisto delle nuove divise per il personale di Alitalia», scrive il corriere.it citando la risposta che la commissaria ha dato a un’interrogazione dello scorso 25 luglio. «Questo fatto sarà attentamente valutato dalla Commissione nel contesto dell’indagine in corso in questo momento», ovvero quella avviata lo scorso mese di aprile sul prestito ponte da 900 milioni di euro – il rischio è che potrebbe configurarsi come un vero e proprio aiuto di Stato – che l’ex compagnia di bandiera ha ricevuto negli scorsi mesi.
Insomma, le autorità tricolori dovranno spiegare i motivi per cui è stato deciso di rifare, dopo soli due anni (le precedenti uniformi, disegnata da Ettore Billotta risalivano all’estate 2016), i capi per assistenti di volo e personale di terra del vettore. La spesa per le nuove divise, infatti, sarà analizzata «secondo i criteri di adeguatezza e di compatibilità in materia di salvataggio e di ristrutturazione secondo i quali qualsiasi aiuto deve consistere in un’assistenza di liquidità temporanea al beneficiario».
La posizione di Alitalia, su questo punto, è chiara. «ll ciclo di vita delle vecchie divise era praticamente giunto al termine, ed erano considerate molto scomode», ha detto il direttore commerciale Fabio Lazzerini durante la presentazione alla stampa delle divise di Alberta Ferretti. Nullo anche il compenso per la stilista (i costi da sostenere sono invece quelli per la produzione vera e propria), che invece può giovarsi di un accordo commerciale con Alitalia per una serie di iniziative legate all’utilizzo commerciale del marchio.