Due miliardi di euro, da oggi fino ai prossimi quattro anni, per rilanciare Alitalia. E questa l’ultima indiscrezione sull’investimento di Fs per rilanciare la compagnia aerea dopo il via libera dei commissari all’offerta avanzata dal Gruppo guidato da Gianfranco Battisti.
La notizia, rilanciata dal corriere.it, prevederebbe l’impiego di circa 1,5 miliardi di euro, a cui si dovrebbero aggiungere altri 500 milioni (più meno la metà del prestito ponte comprensivo di interessi, ndr) da convertire in capitale della compagnia.
Per quanto riguarda invece il partner industriale, la scelta sarebbe caduta su una cordata composta sia da Delta Air Lines sia da easyJet, mentre sarebbero della partita anche uno-due investitori finanziari, “probabilmente fondi che starebbero vagliando l’operazione ingolositi dai possibili ritorni di un vettore che rimarrebbe nell’alleanza SkyTeam e usufruirebbe del network di rotte a lungo raggio dell’americana Delta”, sostiene il quotidiano. Ci sarebbe già stato addirittura un incontro tra gli emissari di Delta, quelli di Ferrovie, i rappresentanti di easyJet e gli esponenti di alcuni fondi Usa (ma non Cerberus che in una prima fase aveva manifestato il proprio interesse per l’ex-vettore di bandiera, ndr).
Sul fronte della newco, se gli ultimi rumors danno Fs con una quota iniziale del 100% – con i vertici di Ferrovie dello Stato che hanno preso in mano il dossier e che nei prossimi mesi condurranno il negoziato con gli altri possibili soci coadiuvati dagli advisor industriali (Mc Kinsey, Oliver Wyman e Kpmg) e finanziari (Mediobanca) – i problemi di fronte alla società guidata da Battisti sarebbero di non poco conto.
NODO ANTITRUST. In primo luogo, infatti, il manager vorrebbe avere il via libera da parte dei sindacati a un piano che, per volontà del governo, dovrebbe evitare esuberi. Altro punto caldo, quello dell’Antitrust. Dato per scontato il sì a livello europeo, l’organismo garante della concorrenza italiano potrebbe invece «chiedere delle compensazioni alla concorrenza che si perderebbe tra treno ed aereo sulle tratte domestiche, integrando Alitalia e Trenitalia sotto il cappello Fs che comporterebbe risparmi operativi di circa 1 miliardo».
Sullo sfondo poi, rimane sempre la questione del prestito ponte, che Fs vorrebbe fosse convertito dalla Commissione Ue almeno per metà in equity. Difficile che ciò accada, si legge sempre su corriere.it, perché ciò configurerebbe, almeno in una prima fase, il ministero del Tesoro come azionista diretto della compagnia.
AMMINISTRATORE DELEGATO CERCASI. In un secondo tempo, poi, lo stesso dicastero sarebbe obbligato a vendere la partecipazione a uno o più investitori istituzionali tricolori. Ciò che invece è sicuro, è che l’esecutivo M5S-Lega — che starebbe per presentare un emendamento alla legge di Bilancio per prorogare la scadenza del prestito — vuole mantenere il 51% della newco, una condizione questa difficile da accettare per l’accoppiata composta da Delta ed easyJet.
Tutta da stabilire, infine, la questione del futuro amministratore delegato, dopo che l’addio di Luigi Gubitosi passato a Tim ha fatto venire meno colui che, in molti, davano come papabile ad della futura Alitalia.