Alitalia, Lazzerini dieci giorni dopo:
«Non è un incarico a termine»
Stringi stringi, cosa c’è nel futuro di Alitalia? Check in online più veloce e all’avanguardia, l’apertura di altre rotte di lungo raggio, il ritorno di Magnifica e un futuro per MilleMiglia, con il lancio di un nuovo programma e la possibilità di prorogare (con tutta probabilità) fino a metà 2018 l’utilizzo delle miglia in scadenza. Per dirne alcune.
È pragmatico e per certi versi agnostico il nuovo chief commercial officer di Alitalia: il chiacchierato Fabio Lazzerini, protagonista del roadshow con agenti di viaggi e tour operator, partito nelle scorse ore da Roma e che farà tappa il 20 settembre a Catania, giorno 26 a Torino e l’indomani a Venezia. Il tour proseguirà con ulteriori tappe in giro per l’Italia con l’obiettivo di rassicurare il trade e anticipare alcune delle novità dell’autunno-inverno, che saranno ufficializzate a Ttg Incontri.
Tutti i riflettori sono puntati su di lui all’Nh Vittorio Veneto. Lui che ha lasciato Emirates per Alitalia («Pazzo», gridano alcuni). Lui che prima ancora guidava Amadeus («Uno che ne sa», aggiungono gli stessi). E che oggi è tra i vertici di Enit, in un’inedita continuità tricolore. «Perché lo ha fatto?». Se lo chiedono tutti prefigurando scenari che vanno dal thriller alla soap opera.
Inutile nascondersi dietro un dito. Così Nicola Bonacchi, vice presidente sales per l’Italia, impugna il microfono e lo intervista, a nome di chi – tra operatori e stampa – nutre legittima curiosità. La prima domanda è proprio questa: «Perché?». «Mi hanno guidato pancia e testa – dice – Da un lato l’istinto a raccogliere una sfida, la voglia di cimentarmi; dall’altro mi ha convinto il progetto portato avanti dai commissari, più simili a manager per l’impegno che ci stanno mettendo. Stanno lavorando sul serio, non sono arroccati nel fortino dei tagli».
Quello che sembra legare Lazzerini ad Alitalia è un patto di ferro con Luigi Gubitosi, una forte fiducia reciproca. A margine riusciamo a ottenere uno scambio di battute sul futuro del nuovo management, una volta che si decideranno le sorti della compagnia. «Non è un incarico a termine – dichiara convinto – Se lo fosse sarei davvero un folle. È un passo in un’azienda che sta investendo e che, vista dall’interno, è molto meglio di quanto si racconti fuori, soprattutto per le competenze di chi ci lavora».
Una chiacchierata anche con Bonacchi, a cui chiediamo se c’è il timore di un azzeramento dei vertici con un ipotetico acquirente: «Non credo proprio – ammette – se lavoriamo bene perché dovrebbero sostituirci con manager che devono partire da zero?». L’uno fa eco all’altro, tanto davanti alla platea, quanto off the records. E nonostante Lazzerini sia in Alitalia da soli dieci giorni, c’è sintonia tra i due, l’impressione è che formino già una squadra.
La stessa che si sta già muovendo per stringere accordi commerciali. «Siamo andati a visitare, qui a Roma, un club di calcio», racconta il nuovo cco, mentre mette il punto (o meglio la virgola) sulla questione charter: «Non è un prodotto centrale nelle nostre strategie. Lo utilizziamo solo in una logica di profittabilità per ottimizzare le rotazioni degli aerei, ma anche per i crocieristi e le squadre di calcio». Su questo punto si ferma, Lazzerini. E una battuta gli scappa: «Sono interista e mi sono imbottito di antistaminici per sopportare le domeniche a San Siro per seguire il Milan con Emirates (storico sponsor della squadra di calcio, ndr)». E le agenzie giù a ridere.
Tra una boutade e l’altra non mancano le rassicurazioni a quello che lui chiama “il canale”, la rete agenziale per l’appunto. «Non possiamo fare a meno del web, visto che ci confrontiamo con le low cost che lavorano quasi completamente online. Ma possiamo aiutarvi a focalizzarvi sul valore aggiunto dell’offerta Alitalia, garantendovi che non vi scavalcheremo mai. Il dialogo con il trade sarà sempre remunerativo».
La partita è quella delle ancillary, dei servizi aggiuntivi, che nelle intenzioni dei manager dovranno distinguere l’ex compagnia di bandiera dai competitor, portando anche guadagno a tour operator e adv. Una partita che è appena iniziata e che, in parte, prescinde dalle offerte d’acquisto che saranno rivelate il prossimo 2 ottobre.