Alitalia, le indagini Ue pesano sul passaggio a Ita
Non una, bensì quattro indagini dell’Unione europea pesano sul destino di Alitalia e della newco Ita. Le prime due, già note, riguardano i prestiti-ponte per un totale di 1,3 miliardi di euro che pesano su Alitalia in amministrazione straordinaria. Le altre due – secondo quanto riportato dal Corriere della Sera – sono focalizzate sulla newco Italia Trasporto Aereo che dovrebbe decollare entro l’estate con una dotazione iniziale di 3 miliardi di euro, frutto dell’investimento deciso dal governo italiano e sul quale l’Ue ha più volte acceso i fari per capire il grado di trasparenza dell’intera operazione.
E sempre secondo le fonti raccolte dal Corsera sarebbero proprio queste quattro “ricognizioni” a dettare i tempi e le modalità del tavolo di confronto tra la commissaria, Margrethe Vestager, e i ministri italiani competenti sul dossier Giancarlo Giorgetti (Sviluppo economico), Daniele Franco (Economia) ed Enrico Giovannini (Infrastrutture e mobilità sostenibili) avviato cda un paio di settimane.
L’appuntamento che molti definiscono decisivo è fissato per venerdì 23 marzo, quando per la terza volta Vestager si confronterà con i ministri italiani chiamati, da un lato a scorporare il destino di Alitalia con quello di Ita e dall’altro di dimostrare la fattibilità del progetto Ita in una logica di mercato a dir poco convincente, viste le molteplici perplessità espresse da vettori competitor come Lufthansa, British e Ryanair.
E sono state proprio queste ultime due compagnie aeree ad aver denunciato, nel recente passato, l’irregolarità dei prestiti ad Alitalia, considerati veri e propri aiuti di Stato sui quali peraltro pesano anche gli interessi maturati fino ad oggi che si aggirano intorno ai 300 milioni di euro. A conti fatti in totale si raggiungono circa 1,6 miliardi di euro che, sempre secondo fonti di Bruxelles, verranno quasi sicuramente considerati illegittimi con una condanna che peserebbe come un macigno sulle sorti non solo di Alitalia, ma anche della nuova compagnia.
C’è infine il nodo più ingarbugliato che riguarda il piano industriale di Ita, legato all’investimento di 3 miliardi di euro erogati dal governo, in quanto l’Antitrust Ue ha ripetutamente ribadito che tale investimento deve avvenire seguendo le regole del mercato, sia per le assunzioni di personale che per l’acquisto di asset strategici (flotta, slot, etc.) seguendo gli iter regolari di contratti ed accordi commerciali ispirati alle leggi di mercato.