Una Alitalia sostenibile non solo dal punto di vista economico, ma anche ambientale, con aerei più green, servizi migliori per i passeggeri e più attenzione alla persona. Fabio Lazzerini – nella sua prima intervista pubblica a Il Messaggero come nuovo amministratore delegato di Ita-Italia Trasporto Aereo, la newco che rivelerà Alitalia – sposta tutto l’asse del futuro della compagnia di bandiera sulla vision aziendale, tenendo per ora in sospeso le mosse strutturali che andranno a comporre il piano industriale del vettore, anche se restano saldi i concetti di un focus sul lungo raggio e di una revisione delle alleanze globali.
Una vision che immagina una Alitalia calata nel presente, che partendo dai minori costi per carburante e manutenzione, sappia proiettarsi nel futuro del trasporto aereo appena il settore potrà riprendere la maggior parte delle sue attività.
Ma anche sull’operativo, Lazzerini poggia le basi per la nuova Alitalia: «Tenderemo a semplificare molto la flotta per raggiungere l’efficienza operativa ed economica – sottolinea – e compreremo aerei di nuova generazione. La flotta obsoleta verrà dismessa e poi, va detto, in questo periodo di crisi, è conveniente andare sul mercato per avere una flotta omogenea, verde e con tanti comfort per i passeggeri».
Sul fronte della flotta di partenza, però, Lazzerini non si sbilancia mantenendo ferma l’ipotesi di partire con gli attuali 104 aerei per poi verificare nel piano quinquennale un eventuale bilanciamento a favore del lungo raggio e di un ridimensionamento del parco macchine, con l’obiettivo di «avere il 60% degli aerei di proprietà e il 40% in leasing operativo».
Se il piano per il network è chiaro – «Linate coltiverà la vocazione per il medio raggio, Fiumicino sarà l’hub e sfrutteremo all’inizio le tratte Covid free, verso gli Usa, poi il resto, ma non manterremo rotte in perdita» – sulle alleanze il tema è sicuramente quelle di una revisione degli accordi. «Nessuno sa cosa accadrà nel 2022 quando, presumibilmente, la crisi sarà passata. Di certo le alleanze vanno rinegoziate. Ascolteremo Delta, ma sentiremo anche Lufthansa e chiunque approcci questo progetto con prospettive serie e di lungo periodo», ha detto l’amministratore delegato al quotidiano romano.
Lungo raggio come focus principale, quindi, soprattutto «Nord America, Sud America e Asia – ma continuando a presidiare il medio e corto raggio – «sia per servire i segmenti corporate che per assicurare un adeguato feederaggio al nostro hub» con l’obiettivo di intercettare la ripresa, appena ci sarà, «riposizionando la compagnia su quote di mercato superiori al passato», sostiene Lazzerini.
Sui dipendenti, invece, l’ad non si sbilancia, sottolineando il ruolo essenziale per costruire una società flessibile, dinamica e digitalizzata, ma restando sul vago su eventuali esuberi (si parla di una compagnia con 7mila dipendenti, circa la metà dell’attuale Alitalia).
Sul piano industriale, infine, Lazzerini si sofferma su quello che definisce un modello di mercato totalmente nuovo, che dovrebbe trovare, quindi, i favori dell’Unione Europea.«Strutturalmente ci sarà una holding che controllerà il settore volo (piloti, hostess, staff, ecc) e due società distinte per manutenzione ed handling. Queste due realtà saranno aperte ad investimenti industriali che ci permettano di competere sul mercato», ha concluso l’ad.