Alitalia, ok del governo: il 15% al Mef e rinvio del prestito
Con il via libera definitivo al decreto crescita nella notte del 23 aprile, il Consiglio dei ministri ha aggiunto un ulteriore tassello nella complessa definizione della nuova Alitalia. Il testo approvato, infatti, contiene anche le norme che definiscono le modalità di ingresso del ministero dell’Economia e delle Finanze nel capitale sociale della newco “Nuova Alitalia”. Vengono formalizzati, quindi, sia il rinvio a tempo indeterminato della restituzione del prestito ponte da 900 milioni di euro, sia la trasformazione di una parte di questa quota in azioni della nuova Alitalia.
In questo modo, il Mef deterrà il 15% delle azioni della nuova Alitalia, la stessa quota che spetterà a Delta Air Lines, mentre il capo-cordata Ferrovie dello Stato dovrebbe confermare il suo 35% della newco. Nessun segnale, per ora, su chi dovrà farsi carico dell’ulteriore 35% ancora scoperto. Nonostante le già annunciate reticenze di Atlantia, la società che controlla Aeroporti di Roma e Autostrade per l’Italia resta la candidata numero uno per il governo Conte, che dovrà però aprire un vero e proprio dialogo con il Gruppo guidato da Giovanni Castellucci.
Il tempo, però, stringe e l’ipotesi più probabile sul tavolo dei commissari straordinari di Alitalia è quella di un ennesimo rinvio della data fissata per la presentazione del piano industriale da parte di Fs. Il 30 aprile, infatti, è ormai alle porte, e difficilmente l’amministratore delegato di Ferrovie, Gianfranco Battisti, sarà in grado di definire la composizione della cordata entro pochi giorni.
Si prospetta, quindi, un rinvio a dopo le elezioni europee (previste per il 26 maggio, ndr) con lo spettro di un lungo tira e molla estivo che rimanderebbe ogni scelta al prossimo autunno.