Alitalia, otto offerte in attesa della nazionalizzazione
Sono in tutto otto le offerte dei soggetti interessati ad acquistare le tre parti di Alitalia – volo, handling e manutenzione – messe in vendita con l’ultimo bando di gara dello scorso 4 marzo. Mentre il decreto cura Italia di pochi giorni fa ha messo nero su bianco la nazionalizzazione dell’ex vettore di bandiera, è scaduto alla mezzanotte del 19 marzo il termine ultimo per la presentazione delle manifestazioni d’interesse per la cessione dei tre lotti dell’azienda commissariata.
Secondo quanto riporta La Repubblica, tra le offerte arrivate nello studio notarile che segue la vendita gestita dal commissario Giuseppe Leogrande non ne figurerebbe nessuna proveniente dai big del settore, da Delta Air Lines a Lufthansa. Invece, sarebbero arrivate per la parte volo quella di Almaviva, che ha promosso una cordata in partnership con altre società italiane del settore It; quella di Synergy Group (che fa capo al patron di Avianca, Germán Efromovich); e, infine, quella di Us Aerospace Partners, società con sede negli Usa con 4 miliardi di ricavi annui.
Per il settore terra-bagagli, ci sarebbero altre tre offerte: una di una società di handling inglese; la seconda, di uno dei colossi mondiali del settore, Swissport; l’ultima, di Atitech, il polo manutentivo partenopeo, che vorrebbe creare un grande gruppo tricolore, capace di attirare clienti tra Roma e Napoli.
A questo punto, quindi, la parola passa alla politica che dovrà decidere se la nuova Alitalia potrà ripartire con una società a capitale misto pubblico e privato, stante la quota di almeno il 51% in capo al Mef. Il governo, conclude il quotidiano, farà il punto con i sindacati in una videoconferenza, lunedì 23, convocata dal Mise cui parteciperà anche l’azienda.
«Nell’incontro – afferma all’Agi Fabrizio Cuscito, segretario nazionale Filt Cgil – chiederemo al ministro Patuanelli chiarezza sulle manifestazioni di interesse e sul processo di nazionalizzazione, come previsto dal decreto cura Italia. Ribadiremo poi che qualsiasi soluzione deve prevedere la tutela dell’occupazione di tutti i lavoratori Alitalia e un progetto serio di crescita. Si tratta di capire se dei possibili otto acquirenti interessati vi sono soggetti in grado di proporre un progetto di sviluppo: per noi in questo momento l’unico è lo Stato».