Alitalia, perché il governo sbaglia: le ragioni di Calenda
Calenda contro Toninelli. Calenda contro l’idea «assurda» di “ristatalizzare” Alitalia. Calenda contro certe idee «naif». In due parole: Calenda contro. Ai microfoni di Radio Anch’io, l’ex ministro dello Sviluppo economico, oggi del Pd, non la manda a dire. «Alitalia è un’azienda che non sta sul mercato da molto tempo e quando è presente, ci sta in modo affannoso. Quando si è un sesto di Lufthansa, l’idea che si possa ritornare compagnia di bandiera è totalmente assurda», afferma.
E in particolare va all’attacco di Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture e Trasporti nel nuovo governo gialloverde, il quale – accusa – «dice una cosa radicalmente sbagliata, le compagnie di bandiera, a partire da Air France, combattono oggi per mantenere la quota di mercato perché subiscono la pressione delle low cost, quindi non prosperano e devono fare una politica di sconti molto forte».
E poi spiega: «Noi non abbiamo fatto fallire Alitalia perché i costi economici di bloccare gli aerei a terra e di interrompere i collegamenti sarebbero stati enormi. Si cita spesso Swiss Air – aggiunge – ma questa compagnia ha tenuto gli aerei a terra per quattro giorni, poi ha attivato una linea di finanziamento di 800 milioni di euro e infine ha venduto a Lufthansa. C’era sul tavolo una proposta dei tedeschi, in realtà le offerte erano tre, ma quella di Lufthansa più concreta e seria che andava negoziata perché sul medio raggio, quindi sui voli europei, era ancora troppo bassa, ma teneva tutti i collegamenti italiani e internazionali»
Carlo Calenda giudica «naif» il Toninelli-pensieri: «L’idea che qualcuno venga a investire con lui in maggioranza è un’assurdità totale, a meno di non fare uno spezzatino con easyJet, ipotesi su cui secondo me si stanno orientando». Ma il suggerimento dell’ex ministro è un altro: «Sedersi con Lufthansa in modo serio e risolvere il problema. Le scorciatoie su questioni così complesse e le dichiarazioni roboanti non portano a niente».