by Giorgio Maggi | 29 Ottobre 2018 10:38
Traguardo in vista per la procedura di vendita di Alitalia. Dopo mesi di ipotesi e dichiarazioni da parte dei componenti dell’esecutivo gialloverde, mancano pochi giorni alla scadenza del 31 ottobre, data entro la quale sul tavolo dei tre commissari devono arrivare le offerte vincolanti. E se la possibilità che la deadline di fine mese venga spostata in avanti sembra scongiurata (il premier Conte è in partenza per l’India e nessun Consiglio dei ministri è stata convocato da qui a mercoledì per emanare un eventuale nuovo decreto legge), l’unica vera offerta a cui si sta lavorando è quella di Ferrovie dello Stato, guidata dall’amministratore delegato Gianfranco Battisti.
Secondo quanto riporta Il Messaggero, il cda di Fs convocato in queste ore darà il via libera all’offerta per rilevare il 100% della compagnia di bandiera, facendo così decollare l’alleanza intermodale tra aerei e treni. «Lo schema, ormai ben definito – si legge sul quotidiano romano – prevede che le Ferrovie si mettano alla guida del vettore, rilevando tutto il capitale sociale che finirà in una newco».
Ma nella lettera che verrà inviata ai tre commissari, non mancheranno una serie di condizioni sospensive. L’ingresso in Alitalia – prosegue la ricostruzione del giornale – è condizionato all’arrivo nell’azionariato di soci privati e di altre soggetti di natura pubblica. In prima fila, ovviamente, un partner estero forte ed aziende nell’orbita statale, a cominciare da Cdp, Leonardo e Poste.«Da sola infatti Fs non può reggere la competizione internazionale nei cieli, né mettere a punto strategie aggressive sul mercato. Senza contare l’impegno finanziario, si parla di almeno 1,5 miliardi, per dare sprint alla compagnia di bandiera, focalizzandola sul lungo raggio»..
La percentuale di capitale che andrebbe invece al vettore estero dovrebbe essere inferiore al 30%. I nomi che circolano, a questo proposito, sono sempre gli stessi: nei giorni scorsi, sarebbero venuti a Roma rappresentanti di Delta e di Lufthansa. La prima interessata, tra le altre cose, a ridiscutere in modo favorevole la joint-venture transatlantica che, secondo alcuni, sarebbe vicina ad attribuire un mandato a un advisor come Goldman Sachs o Morgan Stanley per avere accesso ai conti: la seconda che, da parte sua, non ha mai negato, anche di recente per bocca del suo presidente e ceo Joerg Eberhart, il proprio interesse per un’Alitalia ristrutturata.
Ma tutto lascia prevedere che, difficilmente, entro il 31 ottobre arriveranno sul tavolo dei commissari le proposte di Delta e Lufthansa (ma in gioco c’è ancora anche EasyJet), più propense a trattare direttamente con Fs solo in un secondo momento. Il fatto che gli eventuali esuberi siano assorbiti dalle ferrovie – sottolineano gli addetti ai lavori – costituisce un buon inizio nella costruzione di una alleanza.
In alto mare, invece, rimane la soluzione della questione relativa alla restituzione del prestito ponte, prevista per il prossimo 15 dicembre. Al Mef, prima di procedere, vorrebbero delle assicurazioni in merito direttamente da Bruxelles, da dove hanno già fatto capire che, al momento, i 900 milioni prestati dal governo Gentiloni ad Alitalia presentano tutte le caratteristiche per essere valutati dalla Commissione come un aiuto di Stato. Ragion per cui, toccherebbe proprio a dei privati restituire l’intero importo, maggiorato dagli interessi a tassi di mercato.
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