Proroga fino al 21 novembre 2019 per la presentazione dell’offerta per la nuova Alitalia accordata dal ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, che nell’autorizzarla ha posto due condizioni: l’intervento diretto dei commissari e un immediato confronto con gli offerenti.
Si apre, quindi, la questione Lufthansa. Nel cda del 23 ottobre scorso, il colosso tedesco ha deciso di attendere l’incontro fissato per lunedì 28 a Roma tra i vertici della compagnia aerea, i rappresentanti del Governo e i commissari, per verificare punto per punto la reale situazione del vettore italiano.
Sul tavolo, quindi, rimangono le ipotesi di un accordo commerciale paventato nelle settimane scorse o addirittura un’offerta di partecipazione azionaria vincolata a certe condizioni, prima fra tutte una drastica riduzione del personale.
In attesa di notizie certe anche i vertici di Delta Air Lines che vogliono capire le prossime mosse del vettore tedesco per esprimere in via definitiva la propria disponibilità ad aumentare la partecipazione dal 10 al 15%, versando quindi preziose risorse economiche aggiuntive nelle casse della new Alitalia.
Proprio in queste ore la vicenda Alitalia è quantomai fluida, perché rimangono in piedi alcune incognite. A partire dagli esuberi, poiché dopo la interrogazione parlamentare e la dura nota dei sindacati (che chiedono immediate spiegazioni al Mise circa la notizia circolata in queste ore che ipotizza 5.000 esuberi, prevalentemente personale di terra, in assenza di una immediata ricapitalizzazione di 2,5 miliardi di euro).
Una eventualità che vede totalmente contrari i sindacati, al punto da paventare scioperi a pioggia e l’ipotesi di una temporanea “nazionalizzazione” della compagnia aerea di 6 mesi.
L’altra questione attiene alla liquidità, poiché pare confermata l’indiscrezione che agli inizi di ottobre nelle casse dell’aerolinea sarebbero rimasti meno di 150 milioni di euro e che quindi per assicurare l’operatività fino a inizio 2020, occorrerebbe un ulteriore prestito di almeno 350 milioni di euro che il Governo potrebbe sbloccare con la procedura di “misura straordinaria”.