Alitalia, ramo aviation a Ita. Contratti light per il personale
Mentre i commissari di Alitalia svelano il crollo dei ricavi dell’ultimo trimestre 2020 ridotti a 81 milioni di euro, oltre 600 milioni in meno di quanto si era raggiunto l’ultimo trimestre del 2019, certificando una autentica caduta libera causata dall’emergenza pandemica, si avvia a conclusione la vendita dei gioielli di famiglia Alitalia, secondo quanto stabilito dalla Commissione Ue.
Il ramo aviation AZ sarebbe stato ceduto a Ita dietro versamento di una cifra simbolica molto lontana dai 100 milioni di euro che erano stati ipotizzati il mese scorso.
Sulle attività di volo la trattativa privata è invece incentrata sul passaggio di tutta la contrattualistica relativa ai 52 aerei che faranno parte della flotta Ita: i tecnici hanno già spiegato che, trattandosi di aeromobili in leasing, si è proceduto a un subentro della newco nei contratti già in essere, senza alcuna acquisizione di beni patrimoniali. A essere trasferite, poi, ci sono anche le tecnologie e quindi il settore della manutenzione relativo soltanto a questi aerei, compresi i contratti con le società aeroportuali sempre riferiti alle macchine gestite da Ita.
Proprio in questi giorni, poi, il governo dovrà poi contribuire a chiudere i dossier relativi alla cessione di tutti gli asset Alitalia, a partire dal trasferimento degli slot, gioielli tra i più preziosi nello scrigno Alitalia, in particolare le finestre orarie di Linate sulle quali il management Ita punta per incardinare al meglio il rilancio delle attività operative nel difficile mercato domestico che ormai vede spadroneggiare le principali compagnie aeree low cost.
Sull’agenda del Mise c’è poi fissata la data del 15 settembre, quando è previsto il versamento nelle casse di Ita di 700 milioni di euro relativi all’aumento di capitale e ancor più impellente appare la scadenza, ancora da fissare ma comunque non oltre fine mese, per chiudere l’accordo con i sindacati sui nuovi contratti per i 2.800 dipendenti Ita. I vertici della newco sono intenzionati a proporre un accordo aziendale, con stipendi ridotti del 20%, molto meno oneroso per un decollo più rapido, piuttosto che un accordo collettivo, come chiedono quasi tutti i sindacati. Saranno decisivi gli incontri che si svolgeranno presso il Mise all’inizio della prossima settimana.
Tra tanti punti interrogativi ancora sul tavolo, l’unico dato certo è l’autentica ondata di richieste d’assunzione pervenute fino ad oggi sulla apposita piattaforma di Ita: oltre 21mila domande a fronte di 2.800 posti disponibili. La selezione è già partita e secondo le indiscrezioni provenienti da fonti ministeriali, l’80% del personale che verrà assunto da Ita, proverrà da Alitalia.
Altro tassello decisivo sarà il “salvataggio” del brand Alitalia, su cui il governo ha inserito una norma ad hoc nel decreto Trasporti.