Alitalia, un miliardo di euro per ripartire
Nuova puntata della telenovela Alitalia. Il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, ha tuonato: «La compagnia è stata gestita male, ma le colpe non devono ricadere sui lavoratori», facendo riferimento ai possibili esuberi che il nuovo piano industriale del vettore dovrebbe prevedere (si parla di almeno 1.600 unità).
«Nessuna azienda si salva senza piano industriale», ha rincarato la dose l’esponente del governo. Un piano che però non sarà pronto prima di tre settimane, il cui obiettivo, garantisce il presidente di Alitalia, Luca Cordero di Montezemolo, dovrà essere quello di «condividere un progetto forte, coraggioso, per molti aspetti radicale».
Il problema però, secondo il manager è un altro. «La compagnia è stata gestita male? Dai risultati non si può negare, ma il vero problema è il modello di business», dice Montezemolo. Stando ai rumors, infatti, per uscire da una situazione che vede il vettore continuare a perdere un milione di euro al giorno, la nuova Alitalia punterebbe non solo a un drastico risparmio sul costo del lavoro, ma anche sulla messa a terra di 15 aerei di corto raggio.
Primo passo per il decollo sulle ceneri del vecchio vettore, la nascita di due compagnie: una tradizionale per il lungo raggio e una low cost destinata a rincorrere il modello Ryanair, con la conseguente riduzione anche del network di medio raggio, tratta Malpensa-Fiumicino compresa.
Intanto, secondo quanto si apprende da Repubblica.it, per continuare a vivere Alitalia ha bisogno di almeno un miliardo di euro entro marzo 2017 per poter proseguire con le sue regolari attività.
Soldi che gli azionisti italiani della compagnia non sembrano intenzionati a garantire se la nuova puntata nella storia del vettore dovesse nuovamente essere condotta da un management scelto ad Abu Dhabi. Una rivoluzione che potrebbe coinvolgere non solo l’amministratore delegato della compagnia, Cramer Ball, ma anche il grande capo di Etihad, James Hogan, attualmente vicepresidente di Alitalia.
Tutto mentre i sindacati, che lunedì dovrebbero incontrare i ministri Graziano Delrio e Giuliano Poletti per parlare di trasporto aereo e della crisi Alitalia, sono già pronti a scendere sul piede di guerra di fronte alla minaccia di nuovi tagli proposta dai due manager australiani.
Pesante commento, infine, dei vertici Aduc, l’associazione per i diritti dell’utente e consumatore sulla vicenda Alitalia. Primo Mastrantoni, segretario dell’associazione, rende noto in un comunicato stampa ripreso da Avionews che: «Alitalia in quarant’anni, dal 1974 al 2014, è costata al contribuente 7,4 miliardi di euro secondo i dati Mediobanca. Lo scorso anno ha perso 400 milioni di euro, più di un milione di euro al giorno. Le varie cordate per salvare l’italianità di Alitalia hanno fallito. L’iniezione di capitale fresco di Etihad non è servita, l’ingresso di Poste Italiane fa gravare il debito sulle spalle del contribuente, e le liturgie sindacali persistono».