Tre settimane, o poco più, per arrivare a fare quello che non è stato possibile fare. Potrebbero durare fino al prossimo 15 dicembre i tempi supplementari per dare vita al salvataggio di Alitalia, dopo che i cda di Atlantia e Fs, alla scadenza della proroga del 21 novembre, hanno messo la parola fine alla possibilità sia di formulare un’offerta vincolante, sia di dare effettivamente vita al consorzio con Mef e un partner industriale come Delta Air Lines.
Adesso, la palla torna nelle mani dei commissari straordinari e del Mise, che sarebbero disposti a concedere ancora qualche giorno agli stessi protagonisti della vicenda (si tratterebbe dell’ottava proroga). Con la necessità, però, di fare presto perché allo stato attuale – cioè, senza la presenza di un consorzio – mancherebbero i presupposti giuridici per poter avere i 400 milioni di prestito previsti dalla finanziaria, necessari per garantire la sopravvivenza del vettore.
Dello stesso parere sarebbe anche il premier Giuseppe Conte, che non a caso ha detto che «il governo si sta impegnando e si impegnerà per una soluzione industriale. Un salvataggio con le toppe o soluzioni provvisorie lascia il tempo che trova e non offre le possibilità di sviluppo che vogliamo offrire al Paese». E ancora: «Il discorso della compagnia di bandiera non è un problema di immagine, ma lo è nell’ambito di politica e coesione sociale», facendo così un chiaro riferimento a quanto peso avrà nella risoluzione della vicenda il nodo degli esuberi.
Nessuna novità intanto, sul fronte dei possibili partner anche se, dagli americani di Delta a Fs, tutti continuano ad affermare di essere sempre disponibili a proseguire il confronto. Una disponibilità del resto, che non è venuta meno neppure da parte di Atlantia, che però continua a essere impegnata sul doppio tavolo della partita Alitalia, e della possibile revoca delle concessioni autostradali in relazione alla caduta del ponte Morandi (a questo proposito, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è tornato ad attaccare i Benetton accusandoli di voler «barattare i morti del ponte Morandi» con la partecipazione al salvataggio di Alitalia).
A complicare ulteriormente le cose, ci sono poi le minacce provenienti dal fronte sindacale. “Chiediamo al presidente del Consiglio di confermare gli impegni assunti nei mesi scorsi e di mettere fine allo stallo dovuto alla querelle fra i potenziali azionisti del consorzio di cui Ferrovie è capofila”, dicono Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Ta, che hanno dichiarato per il 13 dicembre prossimo uno sciopero di 24 ore di tutto il trasporto aereo.