Entro ottobre una newco con l’appoggio finanziario di Cdp per Alitalia. I giochi per la rinascita dell’ex-vettore di bandiera sarebbero ormai già fatti: via libera quindi alla rinazionalizzazione della compagnia, almeno in una prima fase, con una newco di cui farebbero parte sia Ferrovie dello Stato che Poste Italiane, quest’ultima peraltro non nuova a intrecciare i propri destini con quelli di Alitalia, visto che non più tardi del 2008 aveva supportato l’operazione Fenice voluta dall’allora governo Berlusconi.
La notizia è stata riportata dal corriere.it che evidenzia come la costruzione di una cordata pubblica sarebbe la precondizione per trovare un partner industriale, da scegliere in una seconda fase. Per quanto riguarda invece i partner pubblici, incassato negli scorsi giorni il no di Eni ad essere della partita, l’intervento di Cassa Depositi e Prestiti – che era sempre stato messo in dubbio visto che l’istituto non può investire in aziende in perdita, e tantomeno fallite – tornerebbe ora di attualità, facendo leva sul fatto che Cdp potrebbe finanziare linee di credito a condizioni di mercato per acquistare gli indispensabili nuovi aerei a lungo raggio.
Lo schema studiato da governo e commissari, intanto, avrebbe già avuto un primo via libera informale dalla Commissione europea, che non avrebbe nulla da obiettare in quanto sia Poste che Ferrovie sono entrambe due società per azioni.
Quel che è certo è che nella newco, che non è escluso possa essere guidata in futuro da Luigi Gubitosi, confluiranno gli aerei di proprietà, i contratti per quelli di leasing e per la manutenzione appena riportata in house, e il 25% del programma MilleMiglia, di cui socio rilevante è ancora Etihad.
I PROSSIMI PASSI. Per quanto riguarda le tempistiche, la deadline è fissata al 31 ottobre, altrimenti il governo sarà costretto a stendere un altro decreto di proroga. Il prestito-ponte di 900 milioni, usato al 30 giugno per 137 milioni di euro, (considerando però le risorse depositate presso Iata) dovrà invece essere restituito entro metà dicembre. Quel che non è stato utilizzato tornerà alle casse statali, il resto verrà liquidato dai nuovi soci. Molti meno del previsto, infine, anche i tagli al personale. «A tutti verrà assicurata la copertura degli ammortizzatori sociali con un decreto di riforma dei sussidi che vedrà la luce entro la fine dell’anno», conclude il sito.
I CONTI SALATI. Intanto, in un altro articolo, lo stesso corriere.it mette in luce come per il costo dei noleggi di 77 (su 118) aeromobili che compongono la flotta di Alitalia, il vettore paghi 28 milioni di dollari al mese. Un costo, sostengono gli esperti contattati dal quotidiano di via Solferino, troppo alto, figlio degli accordi firmati prima della gestione commissariale. Per non parlare del fatto che, entro cinque anni, Alitalia dovrebbe spendere altri 1,8 miliardi di dollari di solo leasing.
Un salasso che ai commissari non è però sfuggito, tanto che nella relazione consultata dal giornale, scrivono in modo testuale: «È stato avviato un processo di contenimento di tutte le voci di costo tra cui, in particolare, quelle relative ai canoni dovuti per il leasing». E ancora: «È iniziata una fase di rinegoziazione con le 17 società di leasing per la ristrutturazione di tutti i contratti degli aeromobili in locazione che ha come obiettivo l’adeguamento dei termini e delle condizioni contrattuali agli indici dei valori di mercato rilevati».