In base ai recenti dati Istat sull’andamento delle presenze (pernottamenti) nelle imprese turistiche in Italia, il primo trimestre del 2019 segna una sensibile riduzione, rispetto all’anno precedente, sia complessiva (-2%) che per quanto riguarda gli italiani (-1%) e gli stranieri (-5%).
Di segno opposto, i rilevamenti della Banca d’Italia alle frontiere sui pernottamenti previsti dai turisti stranieri che entrano in Italia, a prescindere dal tipo di sistemazione alloggiativa: crescono, rispetto allo stesso periodo del 2018, del 5,4%. A dimostrazione del fatto che i turisti stranieri dormono sempre di più in strutture ricettive “informali” (camere e appartamenti privati), promosse e intermediate soprattutto da grandi portali web multinazionali specializzati, e sempre meno nelle imprese turistiche (alberghiere ed extralberghiere).
È la prima volta, negli ultimi cinque anni, che le presenze nelle imprese turistiche segnano, pur limitatamente al primo trimestre dell’anno, un importante ridimensionamento. Le cause sono da ricercare nelle avverse condizioni meteorologiche e nella migliorata situazione politica e di sicurezza in altre mete turistiche (soprattutto nordafricane) concorrenti nell’area mediterranea.
«Ascoltiamo tour operator internazionali e imprese turistiche nostre associate: tutti registrano contrazioni della domanda e una abbreviazione della durata dei soggiorni – dichiara Mario Pusceddu, presidente di Isvra – La promozione turistica dell’Italia va migliorata nei mezzi e nei contenuti. Occorrono incentivi per i turisti stranieri, visto che viaggiare in Italia è sempre più costoso rispetto alla concorrenza. Dalla nuova governance del turismo, trasferita al ministero delle Politiche agricole, aspettiamo finalmente iniziative forti e innovative».