by Redazione | 8 Marzo 2023 7:00
Anche Assohotel-Emilia Romagna si associa al grido d’allarme lanciato da Assoturismo[1] in merito alla carenza di personale in vista della stagione primaverile. In una nota, l’associazione regionale sottolinea che il boom atteso nel turismo per le festività di Pasqua e per i ponti primaverili potrebbe scontrarsi con la carenza di personale che si stima intorno ai 10mila addetti nelle imprese alberghiere del territorio.
Per Assohotel-Emilia Romagna si tratta di una situazione paradossale: da un lato si prospetta un aumento del volume della produzione e dei posti di lavoro creati, dall’altro le imprese del settore continuano a registrare carenza di addetti. La difficoltà nella ricerca del personale ha assunto anzi un contorno ormai strutturale, che si manifesta regolarmente già dagli anni pre-pandemia, ma che sta diventando sempre più grave con la ripartenza del comparto.
Nel dettaglio le richieste sono per il 2,6% di professioni con elevata specializzazione, l’81,5% di professioni qualificate, l’1,3% di addetti specializzati e il 14,6% di professioni non qualificate. Ma sono proprio queste ultime figure quelle di più difficile reperimento, in particolare facchini, camerieri semplici, lavapiatti e addetti alle pulizie. Per un cameriere semplice si parte da 1.560 euro lordi al mese, per capo cuoco o capo barista si parte sopra i 1.740 euro mensili, lo stesso per un primo portiere.
La mancanza di personale – sempre secondo l’associazione regionale – porterà nei prossimi mesi le imprese a misurarsi con una situazione complessa e imprevedibile dal punto di vista organizzativo dei processi produttivi, senza trascurare che le destinazioni competitor dell’Italia sono già pronte a migliorare i volumi degli arrivi turistici del 2022. In particolare, per le imprese che non riusciranno a reperire tutti gli addetti necessari è possibile stimare una perdita media di fatturato nel periodo del -5,3%, con conseguente abbassamento degli standard qualitativi e impatti sulla produttività.
«È una situazione assurda – spiega Fabrizio Albertini presidente di Assohotel Confercenti Emilia Romagna – prevediamo un aumento dei flussi turistici ma non saremo in grado di fornire servizi adeguati. Ad esempio nella nostra Riviera, vocata in particolar modo al turismo famigliare, molti si troveranno a dover ridurre le pensioni complete e gli all inclusive, e in alcuni casi a proporre solo bed and breakfast per mancanza di personale; così come chi vorrà visitare l’entroterra o le zone collinari, potrebbe non trovare servizi adeguati». La situazione, secondo l’associazione di albergatori emiliano-romagnoli è ancor più seria se si considera che questa emergenza potrebbe riflettersi negli prossimi anni con una diminuzione di offerta di lavoro e una riduzione del Pil della nostra regione.
«Come associazione di categoria – ribadisce Albertini – stiamo cercando anche di trovare soluzioni adeguate per quanto riguarda gli alloggi per i dipendenti, i cui oneri, ricordiamo, sono completamente a carico dei datori di lavoro. Abbiamo avviato incontri con le scuole, creato alleanze con i centri per l’impiego e le agenzie Adecco per tamponare il problema. Ma occorre trovare una soluzione strutturale, anche utilizzando le risorse del Pnrr. Servono politiche attive, ora quasi del tutto assenti. Bisogna rafforzare la formazione professionale regionale di figure turistiche, e aprire ai ragazzi in età scolare prevedendo occupazioni temporanee a totale esenzioni di imposta. E poi pensare a normative speciali per garantire una “staffetta” tra i lavoratori nelle attività stagionali. Pure la gestione del reddito di cittadinanza e dei flussi di immigrazione va ripensata, collegandola a opportunità di formazione e a un vero inserimento nel lavoro. Occorre subito un tavolo di lavoro, come richiesto da Confesercenti nazionale, nel quale per presentare specifiche proposte normative al ministro del Turismo Daniela Santanchè e al ministro del lavoro Marina Elvira Calderone, dove porteremo il nostro contributo».
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