Alpitour, la missione di mister marketing
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Tra spot pubblicitari e investimenti record, per Alpitour World il 2025 si apre alla conquista di nuovi target. In questa intervista Tommaso Bertini, chief corporate & tour operating marketing officer, svela strategie di marketing, obiettivi e sfide della più grande azienda turistica italiana, che non è solo un insieme di brand.
La divisione tour operating è tornata a gamba tesa in comunicazione. Ci racconta delle nuove campagne?
«Siamo partiti a fine gennaio con la campagna Eden Viaggi, cui seguirà Alpitour. Entrambe prevedono un piano crossmediale sulle piattaforme tv, on demand, online e social per rafforzare awareness e consideration. La campagna Eden va in continuità con quella dello scorso anno, modernizzando l’immagine del marchio per renderlo più attraente per un pubblico giovane. Si fonda sul concetto di “no sbatti”: affidandoti a noi, trovi tutto senza dover cercare tra migliaia di siti e offerte».
Ci anticipa qualcosa sul prossimo spot Alpitour?
«Si rivolge a un target più ampio rispetto a Eden e si inserisce nel solco di quello precedente. La chiave di lettura era – e lo sarà ancora – la lotta ai luoghi comuni: un refrain per noi storico che riprendiamo in chiave attuale con il consueto pizzico di ironico. Anche qui c’è una sorta di gioco in cui il protagonista, in varie situazioni, si trova a raccontare in modo divertente certi cliché duri a morire».
In poche parole qual è il messaggio che volete lanciare e quale target in particolare volete “colpire”?
«Essendo mainstream parliamo a tutti, ma ci rivolgiamo in particolare a chi considera il tour operating qualcosa di superato, senza valore aggiunto rispetto al fai da te. La sfida sta nel modernizzare questo concetto e nel renderlo interessante per i nuovi viaggiatori. La campagna precedente ci ha aiutato a rendere un po’ più sexy l’immagine dei brand Alpitour, che includono anche Bravo e la villaggistica, e attirare fasce di pubblico più giovani».
Che impatto avete registrato sulla reputation di Alpitour World?
«Abbiamo riscontrato un rafforzamento dell’immagine dei brand, specialmente in termini di modernità e freschezza. Questo non ha solo aumentato la considerazione, ma ha avvicinato nuovi target che ora ci percepiscono come una scelta valida e contemporanea».
Quanto avete investito, ce lo può dire?
«Posso solo dire che siamo ai massimi livelli mai raggiunti da questa azienda in termini di media spending, di conseguenza c’è tanta aspettativa».
Lato Specialialties, dopo la festa per i cento anni di Turisanda1924, siete tornati con Neos al fianco di New York City per la sua promozione. Che obiettivo vi siete posti?
«Sostenere una delle mete più importanti per Turisanda1924, ovvero gli Usa e New York, tant’è che abbiamo lanciato voli diretti da diversi aeroporti italiani, anche meno tradizionali. Offriamo esperienze di viaggio che vanno oltre il fai da te, rivolgendoci a una clientela altospendente e culturalmente raffinata».
E ora quali sfide attendono il Gruppo?
«In primis mantenere alti livelli di consideration dei brand e, in senso lato, essendo leader del tour operating in Italia: dobbiamo dimostrare che il nostro settore non è un retaggio del passato, ma un’opzione moderna e competitiva. Un altro obiettivo è comunicare la forza del Gruppo: Alpitour World non è solo un insieme di marchi, ma la più grande azienda turistica italiana. Questo implica rafforzare l’impegno in ambiti come la responsabilità sociale e partnership culturali, come quelle con il Museo Egizio di Torino e un nuovo progetto che lanceremo a breve a Milano. Infine, dobbiamo affrontare le evoluzioni dei media. Oggi il consumatore è sommerso da migliaia di pubblicità. Saper veicolare messaggi efficaci è essenziale per il futuro».