Se tampone deve essere, tampone sia. Costi quel che costi. Tutto purché il lungo raggio riparta. Cercando al contempo di aprire, ben prima della prossima primavera, corridoi sicuri almeno per Maldive, Zanzibar, Dubai e La Repubblica Dominicana. È la strada tracciata da Pier Ezhaya, direttore tour operating di Alpitour. Solo poche ore fa, nella veste di neo presidente Astoi, ha dettato la linea al governo per salvare davvero il turismo. Oggi parla a nome del Gruppo torinese. E l’approccio resta il medesimo: disegnare scenari plausibili e offrire al mercato soluzioni concrete. Anche a sostegno della distribuzione.
In che direzione vi muoverete per l’autunno-inverno?
«Prevediamo che nei prossimi mesi la domanda si concentri sull’Italia. Per questo stiamo cercando di presidiare al meglio le mete in montagna e sulla neve con un’importante new entry firmata Bravo Club a Sestriere. Questa sarà la prima tappa di un’importante collaborazione con alcune realtà del territorio dove, tra l’altro, ha sede il Gruppo Alpitour. Stiamo confezionando, poi, nuovi itinerari per valorizzare le eccellenze enogastronomiche, i piccoli borghi e i luoghi meno battuti dal turismo di massa per soddisfare una nuova domanda, alternativa a quel lungo raggio non ancora fruibile».
I corridoi turistici sono una soluzione per la ripresa del lungo raggio. Che prospettive ci sono?
«Lo scenario attuale ci porta a temere che non ci sarà una riapertura dei corridoi prima della primavera 2021. Il nostro obiettivo, però, è scongiurare questa prospettiva. Per questo abbiamo avviato con Astoi una serie di azioni per richiedere la riapertura di 3-4 corridoi turistici (ad esempio Maldive, Zanzibar, Dubai e Repubblica Dominicana che, a nostro avviso, possono essere sicuri) con la possibilità di tutelare i clienti attraverso misure che possano rassicurarli in tutto, ovvero una gestione attenta in ogni fase della vacanza e misure eccezionali, come i tamponi e le coperture assicurative ad hoc».
Il modello crociere è la chiave della ripartenza?
«A mio parere è l’unica strategia applicabile in questo momento».
Il peso economico di tamponi in entrata e uscita sarà notevole. I costi li assorbirebbe il tour operator o ci si può augurare un supporto statale?
«In questa fase i tamponi in entrata e uscita sono l’unica via percorribile. Dubitiamo fortemente che lo Stato possa sostenere questi costi, trattandosi soprattutto di viaggi di piacere. Siamo pronti ad assorbirli o, nella peggiore delle ipotesi, a condividerli con il cliente. Se poi si dovesse optare per il tampone veloce il costo sarebbe molto più accessibile. Continuiamo, comunque, a mantenere aperto il dialogo con il governo per ricevere ulteriore supporto in questa seconda fase dell’emergenza. Al di là dei costi relativi ai tamponi, serviranno sicuramente misure di sostegno importanti da parte delle istituzioni».
Come si fa a far digerire il test/tampone al cliente finale? Avrà timore di risultare positivo e dunque vedere annullato il viaggio.
«In questa fase non esiste un’alternativa. Ci si abituerà, esattamente come ci siamo abituati alla mascherina. In prospettiva, potrebbe addirittura diventare la nuova normalità di viaggio per essere sicuri al 100%. Un po’ come già avvenuto in passato con l’introduzione, dopo l’11 settembre, dei metal detector negli aeroporti che hanno cambiato il nostro modo di spostarci. Ma stiamo lavorando, sempre all’insegna della flessibilità, per offrire un’assicurazione che consenta di rimborsare il costo totale della vacanza al cliente che dovesse risultare positivo al tampone durante l’imbarco».
Flessibilità è la parola d’ordine. Quale sarà la policy di Alpitour?
«La flessibilità ci guida in questa fase e sostiene le prenotazioni. Anche per i prossimi mesi, dunque, garantiremo la possibilità di ricevere un rimborso totale o di scegliere un’alternativa nel caso non si potesse viaggiare per cause di forza maggiore. Abbiamo sospeso gli acconti per le agenzie di viaggi e, per incentivare le riprenotazioni, abbiamo inserito delle condizioni speciali che aumentano il valore del voucher nel caso lo si utilizzi entro il 31 ottobre per partenze fino al 30 aprile. La campagna “Freedom”, che fa leva su una preziosa collaborazione con le principali compagnie aeree, permetterà di annullare la prenotazione fino a otto giorni ante partenza, ricevendo l’intera somma versata ogniqualvolta si concretizzino misure ed esami obbligatori o restrizioni imposte. L’accordo è stato siglato fra l’intera divisione tour operating del Gruppo e Alitalia, Air France, Klm, Delta, Austrian, Lufthansa, Swiss, Brussels Airlines, United, All Nippon Airways, Qatar Airways, Air Tahiti Nui. “Freedom” è applicabile su tutti gli ordini dal 15 settembre al 15 ottobre con partenze dal 1° novembre 2020 al 31 ottobre 2021 e con almeno tre notti di soggiorno. Oltre a queste iniziative, stiamo lavorando ad altre misure straordinarie per sostenere il settore con tutti i mezzi possibili, anche dopo questa fase così delicata».
Viaggiare diventerà più caro per il cliente finale?
«Crediamo che, con un contesto generale così difficile, non assisteremo a una forte lievitazione dei prezzi. La preoccupazione per la bassa domanda, infatti, li manterrà stabili tenendo presente che le strutture dovranno, comunque, sostenere costi in più per le sanificazioni e minori entrate dovute al distanziamento sociale che significa non operare a pieno regime, ma al 70%».
Le agenzie di viaggi hanno sofferto e soffrono ancora. Cosa ha in mente Alpitour per supportare la distribuzione?
«Sappiamo che molte agenzie sono in un momento difficile, il più difficile della storia. Continueremo a fare pressioni per rimettere in moto la domanda e sostenere il tour operating e il circuito agenziale. Stiamo cercando di supportare le agenzie attraverso diverse leve commerciali e campagne dedicate. Un supporto che andrà avanti nel tempo: anche quando il mercato ripartirà cercheremo di individuare ulteriori leve per sostenere il trade. In questi mesi, la divisione del tour operating si è mostrata saldamente allineata. Abbiamo, infatti, condiviso diverse iniziative commerciali – sempre nel segno della tutela e della flessibilità – per incentivare le vendite nonostante l’incertezza attuale. Purtroppo, però, finché non si riapriranno alcuni corridoi turistici, tutte queste iniziative saranno sulla carta e non potranno arrecare beneficio alla distribuzione. Per questa ragione la nostra prima priorità è riaprire alcune destinazioni».