Alpitour, parla Tamburi:
«Felici di investire ancora»

«Navigare nel miglior modo possibile negli investimenti». È l’intenzione di Giovanni Tamburi, presidente e fondatore di Tip – Tamburi Investment Partners, dichiarata papale papale nella lettera agli azionisti 2025. Una dissertazione sullo stato dell’arte delle partecipate, e dell’economia in generale, che come di consueto – con lo stile colloquiale che la contraddistingue – accende un faro nel buio in cui l’alta finanza è solita muoversi. La missiva accompagna il via libera alla proposta di relazione finanziaria annuale per l’esercizio 2024, ratificato venerdì dal consiglio di amministrazione di Tip.
I risultati, già in parte anticipati, vedono un utile consolidato pro forma di 64,6 milioni e un patrimonio netto rimasto stabile a oltre 1,4 miliardi. “In particolare è stato molto rilevante il contributo positivo di Alpitour, che ha confermato i risultati record del 2023”, si legge nella nota stampa, che certifica quanto già sappiamo: ricavi a quota 2.083 milioni, in crescita del +6,3% rispetto all’anno prima, l’Ebitda margin adjusted al 6,6% e un rapporto dell’1,5x tra posizione finanziaria netta (Pnf) ed Ebitda adjusted.
Risultati che, in fase di trattativa per la valorizzazione delle quote, hanno portato Tamburi a decidere non “svalutare” il Gruppo turistico guidato da Gabriele Burgio, giocando bensì al rialzo attraverso l’esercizio del diritto di prelazione (avanzato a gennaio) sulle azioni di Andrea Ruben Levi, pari a circa il 36%. Quote sfilate proprio a colui che, stando ai rumors di mercato, avrebbe dovuto acquisire l’intera Alpi: ovvero Gianluigi Aponte, capofila del potente Gruppo Msc, con cui la trattativa – come anticipato qui – si è arenata già negli scorsi mesi.
LETTERA AGLI AZIONISTI
Sebbene non faccia nomi e cognomi, il numero uno di Tip riassume la vicenda Alpitour in un ampio paragrafo della lettera agli azionisti, il cui peso specifico percepito dagli analisti – dice – è «circa/almeno 1 miliardo di euro».
Valore per cui, spiega, «le trattative intercorse nel 2024 non sono state» all’altezza, forse «per la complessa articolazione del Gruppo e taluni vincoli normativi». Nonostante ciò, ribadisce, «riteniamo che il valore strategico, prima ancora che economico, del Gruppo nel suo insieme possa essere molto rilevante». Una forza che, come già più volte affermato, dipende dai «26 alberghi tra piena proprietà e gestione, di cui otto in Italia a livello 5 stelle (VRetreats, ndr), una flotta giovanissima di 18 aerei (Neos, ndr) e oltre 2 miliardi di fatturato in costante crescita». Tutti «dati incontrovertibili», a cui vanno affiancati i «140/160 milioni di Ebitda considerati ormai strutturali e i circa 900 milioni di valori degli asset» che confermano «un’ottima solidità patrimoniale».
«Il fatto però più importante – ricapitola Tamburi – è che Asset Italia 1, società partecipata da Tip e da vari family office, di recente ha esercitato la prelazione su un circa 36% che un socio aveva deciso di cedere. Il prezzo riferibile a quel pacchetto azionario ci è sembrato molto interessante per cui, una volta ottenute le necessarie autorizzazioni da parte dei relativi enti, si procederà all’acquisto, prevedibile entro l’estate», stagione entro la quale Tip controllerà in via ufficiale circa il 95% di Alpi.
Un’operazione per cui «sono in corso incontri con i soci di Asset Italia per comprendere chi sia interessato a parteciparvi». Ma comunque vada, ovvero a prescindere dalle adesioni degli altri soci (al momento orientati positivamente), Tip non esita a dirsi «molto soddisfatto» per una mossa che considera «decisamente accrescitiva».
Torna su questo aspetto Tamburi nella sua succulenta lettera agli azionisti. E scrive, testuali parole: «Nei prossimi mesi l’operazione Alpitour assorbirà delle risorse e ne siamo felici: cosa infatti c’è di meglio di investire dove si conosce già tanto, in un settore molto promettente, quando si ha una leadership indiscutibile? Tra l’altro a un prezzo pro quota poco più alto della metà (565 milioni di euro, ndr) di quello che gli analisti indicano come fair value dell’intero Gruppo?».
IPOTESI “GOING PUBLIC”
Sullo sfondo la ripresa delle Ipo – ovvero l’offerta pubblica iniziale, viatico per la quotazione in Borsa – che il banchiere d’affari da tempo professa: «Da mesi sostengo che le Ipo ripartiranno, proprio per questa sorta di disperazione da carenza di acquirenti che si osserva da almeno 18/24 mesi. In ottobre abbiamo presentato dieci nostre partecipate, tutte potenziali Ipo, in una giornata che ha avuto momenti emozionanti per le competenze dei manager, per le qualità degli imprenditori, ma ancor più per i bellissimi progetti di sviluppo di tutte le società». Un Tip Day che ha visto protagonista anche Burgio con la sua Alpitour.
«Chi ha in Italia, o anche in Europa – si domanda Tamburi – una decina di bellissimi candidati pronti al going public? C’è sempre il tema dei valori, con le mid cap bistrattate in tutto il mondo, per cui va capito sia “a quanto” che “quando” portare al mercato le nostre prossime Ipo».
«Comunque – prosegue – per chi ha progetti di sviluppo da finanziare, dato il quadro descritto, la Borsa potrà diventare ineluttabile. Anche se si deve lottare con chi trova comodo ignorare le mid cap, chi privilegia le gestioni passive, chi crede solo nell’onda di investimenti verso gli Stati Uniti, trascurando Europa e Asia. Noi continuiamo a osservare con grande attenzione quanto sta accadendo, convinti che moltissime interessanti opportunità si potranno presentare. Intanto alziamo ancora una volta il dividendo», chiude Giovanni Tamburi ringraziando – sì, gli azionisti per la fiducia – ma anche «gli imprenditori e i manager delle partecipate che hanno ancora una volta dimostrato la correttezza delle loro scelte».
PARTECIPATE TIP IN TENUTA NEL 2025
Alpitour a parte, la lettera agli azionisti di Tamburi contiene una serie di riflessioni ed elementi macroeconomici che è bene tenere a mente. Vediamone alcuni.
Il primo passaggio riguarda Tip stessa. “Partiamo da una base fantastica: un crogiuolo di eccellenze piuttosto raro, certamente in Italia, un insieme di partecipazioni con quote di mercato quasi sempre fortissime, una solidità patrimoniale e dei livelli di redditività ottimi. Da che mondo è mondo quando si hanno delle basi così le prospettive sembrerebbe logico vederle positivamente”, si legge nella nota che accompagna il sì del cda alla relazione finanziaria.
“Nell’attesa di capire molte cose e più che altro le conseguenze delle guerre, combattute e tariffarie, confidiamo di vedere nelle partecipate un 2025 non tanto diverso dal 2024, forse un po’ meglio, viste in particolare le recenti decisioni in Germania sugli investimenti necessari e in Cina sugli ulteriori stimoli alla domanda. Salvo sorprese, quindi – dichiara Tip – al momento non sembra logico considerare che le nostre società possano andare molto peggio del 2024”. E chiosa: “Sarà in sostanza un anno di razionalizzazioni, consolidamenti e tagli di costi, più che di spinta sui ricavi. Le notevoli marginalità delle nostre società è logico che restino in linea con il recente pregresso. Siamo pertanto molto sereni, fiduciosi di poter capitalizzare sulle unicità e sulle peculiarità delle partecipate, ma ancor di più sulle possibilità di sfruttare in positivo un periodo di disorientamento generalizzato”.
TSUNAMI ACQUISIZIONI
Altro tema cruciale «l’aumento evidentissimo delle operazioni di add-on in tutto il mondo. Di fatto – sottolinea Tamburi – quello che Tip ha sempre cercato di fare. Tanti add.on per essere più forti dal punto di vista strategico, con oltre 220 acquisizioni da parte delle partecipate da quando siamo entrati nel loro capitale. Cioè quello che vogliamo continuare a fare nel prossimo futuro, dati i bassissimi livelli di debito di Tip e delle nostre società, le loro forti e persistenti ambizioni di crescita e la minor concorrenza sui deal da investitori puramente finanziari».
SCENARI GLOBALI: LA TEORIA DEL PENDOLO
Corpose le conclusioni della missiva: «La sensazione, oggi, è che il 2025 non possa essere molto diverso dall’anno precedente; dagli ordini delle imprese, infatti, al momento non si avvertono cenni di ripartenza, anche se il recente programma tedesco di investimenti, unito alle spinte allo sviluppo decise dal congresso cinese nei giorni scorsi potrebbero far pensare a qualche accelerazione. Forse basandosi su tali decisioni molti sostengono che il secondo semestre 2025 sarà meglio del primo, almeno in Europa; qualcuno arriva a ipotizzare che, per la teoria del pendolo, la situazione attuale non possa durare a lungo, ma si fa molta fatica a capire quali potranno essere i veri driver della crescita che guideranno l’economia internazionale nei prossimi mesi. Anche perché pochi giorni fa la Fed di Atlanta ha ipotizzato – contro ogni precedente previsioni – una prossima recessione negli Usa».
Poi, ricorda Tamburi, «ci sono le variabili legate alle guerre, che potrebbero finire, ai dazi minacciati e/o applicati e agli effetti del probabile riarmo che certamente condizioneranno moltissimo ogni situazione e decisione di carattere imprenditoriale, o anche solo finanziaria. E che stanno continuando a rendere ancor più incerto quel quadro di riferimento che, in realtà, rischia di non esserci proprio più, con le democrazie evaporate, con la globalizzazione terminata e con un livello di aggressività geopolitica che non si vedeva da almeno un secolo».
«PANTA REI, SI PATTINA!»
Detto ciò, la frase chiave per il timoniere di Tip è una sola «Panta rei, tutto scorre. A dispetto di chi pensa di fare previsioni plausibili, si pattina! Tanti trend – prosegue – stanno mutando più velocemente di quanto si potesse immaginare, basti vedere il dollaro e la divaricazione tra Wall Street e l’Europa negli ultimi giorni».
CARISSIMA SOSTENIBILITÀ
È schietto Giovanni Tamburi anche sul nodo sostenibilità: «Molti imputano a Donald Trump la disaffezione verso i temi Esg. Eppure sono almeno due anni che il mondo ha realizzato che eccedere in tali direzioni avrebbe rappresentato un costo economicamente ingiustificabile, però nessuno osava dirlo. Forse solo nel mondo dell’auto ci si era resi conto che le follie dei burocrati europei avevano emanato norme basate su demagogie insensate. Comunque, anche su tali tematiche, Tip mantiene, con coerenza e determinazione, gli impegni presi».
GIÙ IL LUSSO, SU I VIAGGI
Un passaggio poi sui segmenti in tenuta e quelli che, a dispetto delle previsioni, si preannunciano deludenti: «Il cosiddetto lusso sta avendo un flesso, specialmente in Cina e per ragioni più politiche che di propensione a quel genere di consumi. Per contro esplodono i desideri di viaggi, esperienze, entertainment e food & beverage in tutte le loro declinazioni».
Passaggio, quest’ultimo, che fa sorridere ancora una volta il Gruppo Alpitour. E in una sorta di riverbero l’intera travel industry.