Capitalizzare il passato per costruire il futuro. È il mantra di Alpitour World nell’ambito del suo importante sviluppo tecnologico, che oggi lo ha portato a essere tra gli assoluti pionieri nel travel dell’intelligenza artificiale generativa, grazie a un lavoro avviato nel 2018 e che nel 2020 si è tradotto nella fondamentale nascita del Centro di Competenze per l’Ai.
Il 2023 è stato l’anno di svolta per l’intelligenza artificiale. Cosa dobbiamo aspettarci nel breve periodo, e quindi in questo 2024?
«Il salto che ci dobbiamo aspettare, e al tempo stesso auspichiamo, è il passaggio da una fase più sperimentale in cui comunque abbiamo visto già delle grandi potenzialità, a una fase in cui l’utilizzo dell’Ai diventa industriale ed entra effettivamente nei processi aziendali in modo ampio».
Voi lavorate a questa tecnologia dal 2018…
«Non è stato un percorso breve, ed è anche questo il motivo per cui siamo riusciti a cavalcare con efficacia quest’ultima onda dell’intelligenza artificiale generativa. Noi abbiamo una storia ormai lunga, abbiamo creato questo importante Centro di Competenze nel 2019 e sviluppato vari chatbot con le tecnologie precedenti che hanno aiutato ad arrivare a quanto fatto oggi. Abbiamo tanta esperienza, tante ore di lavoro alle spalle e questo ci ha consentito di essere posizionati su quest’ultima frontiera».
Impossibile improvvisare quindi…
«Impossibile, non si può improvvisare in quest’ambito. Assai importante, ad esempio, è specificare che il nostro lavoro sull’intelligenza artificiale è stato fatto anche sui dati. Sempre dal 2018 abbiamo un Data Office che lavora con il Centro di Competenze: due anime che convivono. Senza dati non si fa Ai».
Com’è composto il team dedicato allo sviluppo di questa tecnologia?
«È un team che cresce nel tempo. Al momento ci sono cinque persone tra automazione e intelligenza artificiale. Inoltre abbiamo tanti partner esterni comprese Microsoft e Aws di Amazon. Abbiamo creato un piccolo ecosistema dove c’è la nostra competenza interna alimentata dal know how che arriva dalle partnership e con cui realizziamo i progetti come AlpiGpt. Poi ci sono i vendor, ovvero i produttori della tecnologia».
AlpiGpt appunto. Come nasce?
«AlpiGpt nasce da un’esigenza dei nostri travel editor, che avevano espresso il desiderio di avere un supporto nella ricerca delle informazioni con cui devono confrontarsi tutti i giorni. Questo bisogno si è incrociato con la capacità che il nostro team Ai ha visto nell’intelligenza artificiale. Questo ha dato vita a un lavoro fatto davvero a quattro mani, costruito insieme. Si tratta del primo caso portato in produzione, che è diventato uno strumento produttivo quotidiano».
Come funziona?
«È un assistente, a cui i nostri addetti al booking possono fare domande su tutte le nostre strutture e rispondere alle richieste che arrivano dai clienti finali e dalle agenzie. Quante piscine ci sono in quella struttura? Quanto sono grandi? Che offerta c’è per i bimbi? AlpiGpt lavota su tutta la nostra base prodotto ed è un aiuto importante, anche per fare delle comparazioni e avere dei suggerimenti. Sintetizzando: è un supporto alla navigazione dentro le informazioni della nostra offerta che è vastissima».
Crescerà ancora?
«Stiamo lavorando su due direzioni. Innanzitutto a far crescere AlpiGpt in quanto tale, a fargli imparare più cose del nostro mondo e a fargli conoscere più servizi in modo che possa dare sempre più risposte. Ad esempio? Includere tutta la parte dei tour e tutti i servizi ancillari che vendiamo. Vogliamo ampliare la sua conoscenza come se stessimo addestrando una persona. E poi stiamo portando questa tecnologia verso i canali di vendita, far sì che diventi non solo l’assistente dei nostri operatori interni, ma anche l’assistente delle agenzie di viaggi in primis e poi, questo più avanti, anche dei clienti finali».
Ecco, le agenzie. Che rapporto hanno con l’Ai? Cosa dobbiamo aspettarci?
«Noi con le agenzie dobbiamo ancora avviare il dialogo in tal senso, ma lo faremo appena saremo pronti con AlpiGpt. Quello che posso dire è che siamo molto incoraggiati da quello che è stato il riscontro interno. L’operatore oggi vede questo tool come un aiuto imprescindibile, non come una minaccia perché capisce che riesce a fare meglio il proprio lavoro. La stessa cosa ci aspettiamo che avvenga per le agenzie, che vengono scaricate da un’attività che di fatto non produce grande valore avendo più tempo per lavorare a soddisfare le esigenze dei clienti.
Anche perché questa tecnologia non sostituisce l’essere umano…
«Ha delle limitazioni. Siamo lontani dal poter avere l’expertise completa di un agente di viaggi. È un supporto».
Come viene addestrato AlpiGpt?
«È basato sui cosiddetti large language model, come Gpt-4 di OpenAi. Ha di suo una conoscenza già preformata, un addestramento di base. A questa conoscenza abbiamo aggiunto la nostra con i dati. Gli abbiamo insegnato anche il nostro dizionario travel, per spiegare alcuni termini che lui non conosceva. E oggi lo arricchiamo continuamente con focus sul nostro prodotto. La differenza rispetto ai chatbot visti negli anni precedenti è che ad AlpiGpt non bisogna più insegnargli a padroneggiare le domande e le risposte, ha una comprensione naturale del dialogo e sa scrivere risposte sensate».
Ma intanto cosa sta accadendo al mondo del Metaverso e degli Nft. Anche su questi ultimi avete fatto da apripista nel turismo…
«Per loro è un tema di maturità: la velocità con cui le tecnologie evolvono sono diverse l’una dall’altra. Non abbiamo certamente abbandonato il filone blockchain, a cui fanno riferimento gli Nft, tant’è che abbiamo in cantiere una nuova collezione che indicativamente dovrebbe uscire quest’anno. Così come sul tema del Metaverso non pensiamo che sia stato una meteora e che non abbia futuro, semplicemente non c’è ancora la maturità sufficiente per poter noi produrre qualche esperienza interessante per i nostri clienti. Altri, ad esempio nel gaming, continuano a farlo, ma il nostro settore non è ancora pronto. Noi come gruppo continuiamo a osservare e in alcuni casi a fare test in attesa che scatti la fase successiva come è accaduto per l’intelligenza artificiale, scalando e andando in produzione e dando un valore maggiore al mercato».
I tempi?
«Secondo me gli Nft rimangono un potente strumento di ingaggio e interazione con un certo target di clienti. Per me è una realtà, un’applicazione che c’è già ma come detto la blockchain è ancora lontana dal dispiegare tutto il suo valore come sta facendo adesso l’Ai. Il Metaverso forse è ancora più indietro, anche se ha già delle manifestazioni concrete».