Alpitour verso Piazza Affari: le intenzioni di Tamburi
Utile consolidato pro forma a quota 139 milioni di euro e patrimonio netto di circa 1,17 miliardi di euro. Sono i risultati 2022 di Tamburi Investment Partners Spa, il Gruppo industriale quotato in Borsa che, tra l’altro, possiede Alpitour Spa. Numeri in crescita rispetto allo scorso – quando l’utile era a 127,9 milioni – approvati dal consiglio di amministrazione nell’ambito della proposta di relazione finanziaria annuale, che a fine aprile sarà sottoposta al vaglio dell’assemblea degli azionisti.
“Malgrado gli elementi di difficoltà e incertezza a livello nazionale e internazionale, anche nel 2022 la quasi totalità delle società partecipate ha continuato a consuntivare ottimi risultati, con crescite delle performance economiche, rispetto al 2021, spesso superiori a quelle dei rispettivi settori di riferimento”, sottolinea Tip.
ALPITOUR SULLA STRADA GIUSTA. Il riferimento è alla stessa Alpitour: “Dopo primi mesi che ancora risentivano della crisi del turismo dovuta al Covid, la società sta prendendo una velocità di recupero di fatturato, ordini e redditività veramente impressionante. L’esercizio in corso dovrebbe far superare – anche in modo rilevante se non avverranno eventi al momento imprevedibili – la redditività raggiunta negli anni record”, si legge nella nota ufficiale.
Sull’andamento del primo Gruppo turistico italiano si sofferma anche il presidente della merchant bank, Giovanni Tamburi, nella sua lettera agli azionisti: «Alpitour – scrive – ha passato un periodo difficilissimo, ma i risultati attuali confermano che la situazione è radicalmente cambiata. L’anno di vera svolta è quello in corso, in cui potremo capitalizzare su flussi turistici in forte ascesa, un sistema informatico aziendale che, grazie agli ingenti investimenti effettuati, consente di far fronte a una domanda travolgente e una divisione alberghi che comincia ad avere una dimensione degna di un Gruppo di respiro internazionale».
Sempre riguardo ad Alpitour, aggiunge: «La redditività prevedibile per l’esercizio potrebbe essere a livelli molto al di sopra dell’anno migliore pre Covid, la struttura patrimoniale – grazie anche all’aumento di capitale da noi sottoscritto 16 mesi fa – è ben stabilizzata, per cui anche questa partecipata va inserita tra le maggiori soddisfazioni».
E la strada per il futuro è tracciata: «Tip continua a investire in società che, nel tempo, possano anch’esse essere quotate in Borsa», afferma Tamburi, ringraziando gli azionisti per la fiducia.
TORNA LA SERENITÀ. In generale, “quello che mesi fa appariva come uno dei periodi di maggiore incertezza da decenni sembra si stia stabilizzando. Gli effetti economici e industriali della guerra sembra possano essere se non superati adeguatamente gestiti, almeno dalle imprese leader, più forti, come quelle in portafoglio di Tip”, si legge ancora.
“Gli effetti negativi dell’esplosione dei costi energetici, delle materie prime e della logistica stanno rientrando in modo più veloce e violento di quanto si potesse immaginare. Le stesse banche centrali – scrive Tip – sembrano aver finalmente capito che la tipologia di inflazione in corso non potrà essere ridimensionata solo con manovre eminentemente monetarie sui tassi di interesse e tutto ciò sta restituendo serenità agli operatori economici, ai mercati azionari e, più in generale, alla gente comune”.
SBAGLIATO DRAMMATIZZARE. Eppure non mancano le noti dolenti: “Non è che tutto ora sia dipinto di rosa, viste anche le recenti crisi di alcune istituzioni finanziarie negli Usa, però il fatto stesso che l’inverno in Europa sia stato superato in condizioni migliori di quanto quasi tutti preconizzavano solo pochi mesi fa, deve far riflettere. E ciò sia per il continuo, perdurante, assurdo, pessimismo di opinionisti, media, economisti e ovviamente uomini politici sempre intenti a spaventare e a drammatizzare, in quanto persone quasi sempre avulse dalle realtà delle imprese e dei mercati, senza un’adeguata conoscenza dei meccanismi di recupero che l’economia mondiale continua a dimostrare di saper dare”.
Ma in questo scenario, “Tip cerca di non farsi condizionare da così tante superficialità e incompetenze, conscia soprattutto di aver un parco aziende eccezionale, ormai provato anche dal Covid e dalla guerra, per cui prosegue nelle sue politiche di investimento e disinvestimento, con l’entusiasmo e la determinazione di sempre. E se anche i tassi, come probabile, resteranno a livelli ben più alti degli anni precedenti, si ritiene che nessuna delle principali partecipazioni ne potrà soffrire in modo particolare. Anzi, come successo in altri periodi in qualche modo assimilabili, molte di loro si rafforzeranno”.
Nonostante guerra e crisi del gas, «quasi incredibilmente – sottolinea Tamburi in persona – molte imprese hanno saputo reagire benissimo, reperendo quasi tutto quello che era necessario, i governi hanno trovato soluzioni almeno temporanee al tema energetico e infatti oggi si respira un clima ben più sereno di quello che mesi fa sembrava dover accompagnare la fine del 2022 e anche gli anni a seguire».
RECESSIONE SCONGIURATA. A chi ritiene che lo scorso anno sia stato «eccezionalmente buono solo grazie alle diffuse quanto temporanee volontà di spendere e investire che hanno caratterizzato gran parte del mondo post pandemia», il numero uno di Tip risponde che «gli ordini di quasi tutte le nostre imprese sono attorno ai livelli massimi di sempre, per cui almeno per il momento la domanda in moltissimi settori resta vivace e abbiamo la percezione che non ci possa a breve essere una forte recessione. Semmai si potrà vedere un rallentamento della crescita con il consolidamento, peraltro sano, dei risultati record finora ottenuti».
Sempre secondo Tamburi, un «punto a favore» dell’Italia arriva da un governo che ha rinominato il ministero dello Sviluppo economico in ministero “delle imprese e del Made in Italy”, «dando così un segnale di attenzione a quel mondo in cui operiamo da decenni e che non ha quasi mai potuto godere di particolari attenzioni da parte di esecutivi precedenti.
«Adesso, però – aggiunge – le nostre imprese, spinte dalla vivacità della domanda, devono dimostrare di saper tornare alla normalità e di mettersi in condizione di poter rimborsare i debiti (in più) erogati per far fronte alle conseguenze della pandemia».
BANCHE USA, GLI EFFETTI DEL FALLIMENTO. Come sua consuetudine, Giovanni Tamburi offre anche scenari futuri, partendo dai temi di più stretta attualità: «Da pochi giorni si assiste a un fallimento di una banca negli Stati Uniti – chiaro effetto della deregolamentazione voluta da Trump – e anche questo fatto avrà delle conseguenze di rilievo, tra cui: maggiore prudenza di tutto il sistema finanziario globale nei prestiti e negli impieghi; ulteriore indebolimento del mondo del venture capital, già colpito pesantemente dai crolli del 2022; maggior attenzione delle banche centrali nell’alzare i tassi in modo non abbastanza ponderato. Per cui anche il mondo del private equity probabilmente ne risentirà».
LA SOSTENIBILITÀ NON È PER TUTTI. Immancabile un passaggio “schietto” sul tema della sostenibilità: «Il primo requisito di un’impresa – scrive – deve essere quello di sapere e potere stare serenamente sul mercato nel tempo. Che senso avrebbe altrimenti occuparsi della riduzione di CO2, avere una governance perfetta o dedicarsi a temi sociali se l’impresa è molto indebitata e per tale ragione corre il rischio di andare in default? Vari fondi lo hanno fatto con grande disinvoltura, anche di recente, con ad esempio la decisione di Blackstone di abbandonare a se stesso un fondo real estate, costituendo un precedente piuttosto preoccupante. Oggi, e nel prevedibile futuro, un corretto livello di patrimonializzazione è fondamentale».
«Solo questo prerequisito è rispettato – conclude Tamburi – ci si può occupare attivamente dei temi Esg (environmental, social and corporate governance, ndr), come Tip fa da moltissimi anni,con grande convinzione e forte impegno; anche stimolando in tal senso le partecipate».