Un ulteriore tassello nel campo del travel per Amazon, per cui la legge dei piccoli passi ora è la strada da seguire per tentare l’assalto al mercato. Il colosso di Seattle, infatti, ha annunciato la vendita di biglietti delle compagnie aeree sulla propria piattaforma, partendo dall’India: un mercato chiave per sperimentare il nuovo servizio.
Al momento, Amazon Voli riguarda solo i collegamenti all’interno dell’India – è distribuito dall’agenzia di viaggi online Cleartrip – ed è disponibile solo per i clienti Amazon Prime. Il progetto ha una sezione dedicata all’interno della piattaforma e già conta con le offerta di vettori come Air Asia, Indi Go, Air India e Go Air.
Sono passati solo 4 anni dalla chiusura, nel 2015, del progetto Amazon Destinations e la multinazionale Usa – imparando dai suoi errori – ha varato una strategia totalmente diversa che inizia a dare i suoi frutti: anche perché il ceo, Jeff Bezos, non ha mai negato di voler entrare nel grande mercato globale del travel.
Il servizio di vendita biglietti, infatti, è stato preceduto dagli accordi con Booking.com e dalle partnership con catene di hotel (promozioni dedicate e offerte con Accor, Alexa for Hospitality con Marriott per esempio). Un piano che, a differenza dei progetti precedenti, prevede la “messa a disposizione” della piattaforma di Amazon per veicolare i prodotti delle aziende del turismo invece che sviluppare in proprio un servizio di viaggi partendo da zero. Se il 2018, per esempio, è stato l’anno degli accordi con le catene alberghiere, nel 2019 l’azienda accelera sul comparto voli: un biennio segnato anche da una strategia di sviluppo dell’assistente vocale. Quello che immaginano gli analisti, infatti, è la ricaduta di tutto il prodotto all’interno di una superApp travel oriented.
Questa nuova strada – che ricalca il percorso di Google (l’altro grande player pronto a entrare nel mercato) – punta tutto su un nuovo modello di intermediazione che sfida apertamente le Olta partendo da singole sinergie per poi ampliare l’area d’intervento. Certo è che, senza perdere il dna da colosso, Amazon continua a verificare eventuali acquisizioni: indiziati numero uno sono Expedia e TripAdvisor.