by Andrea Lovelock | 19 Marzo 2024 12:39
Overtourism? No, grazie. Stessa risposta per il turismo molesto o “eccessivo” e quello che proviene dall’Olanda[1] è uno dei primi esempi – almeno nel settore – di promozione dissuasiva. Amsterdam, infatti, ha deciso di avviare una campagna pubblicitaria, che presto arriverà anche in Italia, con la formula del quiz. Vengono poste delle esplicite domande molto provocatorie con risposte altrettanto perentorie, come ad esempio: “Sei venuto ad Amsterdam per farti un tour delle canne? Sei nel posto sbagliato.” O ancora “Hai scelto Amsterdam per festeggiare l’addio al celibato e ubriacarti nei pub? Sappi che è tutto vietato”. Allo stesso modo si punta a scoraggiare tutti quei turisti che arrivano nella città per molestare le ragazze del quartiere a luci rosse, magari provocando risse o rumorose discussioni.
Da qui la decisione della municipalità di Amsterdam, che ogni anno accoglie quasi 20 milioni di visitatori, di programmare una campagna dissuasiva, con quiz anche online multilingue, per cercare proprio di tenere lontani tutti quei visitatori che arrivano nella città più famosa e frequentata d’Olanda con l’intenzione di creare fastidi o problemi, di vivere tutto all’eccesso e magari disturbare quei turisti tradizionali che sono poi il target di riferimento dell’ente turistico locale.
Una coraggiosa azione di marketing generata dalla volontà di sfatare certi luoghi comuni, che dipingono Amsterdam come la città dove tutto è possibile, dove ogni eccesso è permesso. Un’operazione d’immagine che vuole rilanciare la città, dove tra l’altro vivono e lavorano migliaia di giovani provenienti da ogni parte del mondo, grazie alla presenza di numerosi direzioni e sedi di holding come Fca, Mediaset, Booking, Uber, Wikipedia e tante altre.
Sulla falsariga di Amsterdam ci sono anche altre destinazioni turistiche con avvisaglie di intollerabilità nei confronti del turismo. Malaga, ad esempio, ora è stata tappezzata di adesivi dagli abitanti, che invitano i visitatori a tornare a casa o che rimpiangono la tranquillità persa in certe zone del centro storico. Addirittura, in alcuni stick affissi sui muri di alcune abitazioni si può leggere: “Questa era la mia casa”, come ha fatto un inquilino che ha dovuto rinunciare alla sua dimora trasformata dal proprietario in locazione per affitti brevi. Quella che è stata già ribattezzata la “Campagna degli adesivi” è diventata il simbolo di un overtourism’ combattuto con creatività e fantasia, ma anche con la determinazione di porre un freno a un fenomeno che evidentemente sta creando seri problemi a residenti di città che vogliono rimanere vivibili oltre che visitabili.
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