Anche la Croazia dichiara guerra agli affitti brevi

Anche la Croazia dichiara guerra agli affitti brevi
22 Novembre 14:25 2024 Stampa questo articolo

Anche la Croazia entra nel “partito” anti affitti brevi per porre un limite ai prezzi sempre più alti degli immobili destinati in locazione a uso dei residenti.

La settimana scorsa, il parlamento croato ha approvato una serie di progetti di legge per limitare gli affitti brevi, un primo passo, perché legislazione definitiva a livello nazionale sarà approvata solo dopo una più ampia discussione e probabili emendamenti.

Secondo quanto spiegato dal ministro delle Finanze di Zagabria, Marko Primorac, la nuova legge aumenterà le tasse sulle case in affitto e l’imposta forfettaria sugli affitti turistici, ma non toccherà le unità abitative dove si abita a lungo termine o dove si vive nella propria proprietà.

Come per altre città dove già provvedimenti simili sono stati presi, a cominciare da Barcellona e Malaga in Spagna, dalla Parigi, proseguendo per Atene, Firenze, fino a New York, il giro di vite sugli affitti a breve ha come principale obiettivo quello di limitare l’invadenza e lo strapotere delle nota piattaforma Airbnb e dei tanti, troppi, b&b o case vacanza, che hanno cambiato l’economia del turismo, il volto di tante città e la vita dei residenti, nel bene, per chi è entrato nel mondo dei locatori, nel male per tutti gli altri che invece cercano una casa in affitto a lungo termine e non la trovano o la trovano a prezzi proibitivi.

Inevitabilmente, le misure annunciate da Primorac hanno già diviso la popolazione croata, soprattutto a Dubrovnik.

Mentre alcuni residenti sono convinti che la nuova legge darà loro la possibilità di affittare a prezzi di mercato e di rilanciare le città, dove i condomini si riempiono solo durante le festività natalizie, e di riempirle di nuovo dopo che si sono svuotate dagli abitanti, «i proprietari degli appartamenti sono nel panico, molti di loro hanno preso prestiti, hanno investito negli appartamenti, la logistica che con questa nuova legge sarà messa in discussione», riporta a La Repubblica Jurica Repinc, proprietaria di un’agenzia di affitti nella capitale croata.

Nel Paese, dove l’economia del turismo rappresenta il 20% del prodotto interno lordo con circa 125.000 persone impiegate solo nel settore dell’affitto di case, la preoccupazione sulla nascente normativa sembra comunque essere più alta di quanto probabilmente si aspettasse il legislatore; molti di coloro che affittano ai turisti temono che le tasse saliranno alle stelle e che, perciò, gli appartamenti verranno chiusi, così i prezzi in generale degli affitti probabilmente aumenteranno ancora.

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Carla Villani
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