È giunta alla fase finale l’operazione di riassetto dell’aeroporto di Ancona. Si legge su Il Sole 24 Ore, che parla di due offerte arrivate ad Aerdorica, la società di gestione dello scalo Falconara, ormai da tempo in difficoltà finanziaria e reduce dal primo bando di acquisto, lo scorso 21 dicembre, andato deserto. Ma ad oggi, la musica è cambiata, ed è arrivata una doppia chance: la prima proposta è stata avanzata da due fondi inglesi, ovvero Njord Partners e Goldenbridge Advisory; la seconda, invece, l’ha avanzata da Air Vallé, compagnia aerea regionale italiana nata nel 1987 ad Aosta, con sede oggi a Parma.
Adesso la palla passa alla Regione Marche, che detiene l’80% delle quote dell’aeroporto (è di conseguenza azionista di maggioranza), che dovrà quindi presentare quanto ricevuto alla commissione apposita dell’Ue.
Per il salvataggio dello scalo dovranno incastrarsi principalmente due situazioni: da un lato bisognerà che la Commissione europea conceda il via libera per la ricapitolizzazione di Aerdorica con 25 milioni di euro da parte della Regione, somma che permetterà di rimborsare circa la metà del debito accumulato – 15 milioni di euro di cauzione sono stati già depositati dal potenziale acquirente, che verrà appunto scelto tra i due fondi britannici e l’operatore regionale – mentre dall’altrà toccherà attendere l’eventuale congelamento dell’istanza di fallimento presentata dal pm Paolo Gubinelli. Aerdorica avrebbe dovuto presentare al tribunale fallimentare un piano concordatario.
Così, se tutto dovesse andare secondo le attese, la Regione Marche resterà nei piani dell’aeroporto come socio di minoranza, ma con una posizione importante nell’ottica del turismo dell’area: il Falconara una volta “salvato”, infatti, potrebbe rivelarsi un importante scalo turistico oltre che hub per il traffico cargo.