Ogni mille euro spesi in noleggio auto attivano ben 15mila euro di spesa turistica. Un dato fornito ieri da Aniasa, Associazione nazionale industria dell’autonoleggio, della sharing mobility e dell’automotive digital, presentando alla stampa il rapporto 2023. Una gran quantità di dati su come gli italiani utilizzano l’automobile e gli altri mezzi con i quali spostarsi per tragitti brevi o lunghi. E la crescita dell’autonoleggio, secondo il vicepresidente, Italo Folonari, ha delle ricadute significative sul comparto del turismo. Soprattutto in Italia, infatti, muoversi con un’auto è spesso una necessità, più che una libera scelta.
In ogni caso, da un’indagine che la Bain & Company ha compiuto per conto di Aniasa, l’italiano è assolutamente legato all’automobile. E se le immatricolazioni sono calate nel 2022 del 30%, questo vuol dire solo che le nuove auto costano troppo o c’è troppo tempo da aspettare. E così, molti hanno preferito tenere la vecchia sperando che possa durare più a lungo possibile. La conferma viene anche dal fatto che, nonostante i limiti posti alla vendita e alla circolazione delle auto diesel, lo scorso anno risultano aumentate le emissioni di Co2.
Le auto elettriche, in particolare, risultano particolarmente costose. E proprio per questo motivo le aziende propongono quasi solo modelli più grandi: le utilitarie, per le quali l’Italia è sempre stata il mercato più ricettivo, rientrano in una fascia di prezzo che dovrebbe più che raddoppiare se il motore termico si sostituisce con una batteria.
In ogni caso, chi si converte all’elettrico, per convinzione o per costrizione, guarda con sempre maggiore attenzione ai produttori orientali. Gli unici che riescono a proporre dei prezzi competitivi rispetto ai produttori europei. E in qualche Paese europeo auto elettriche cinesi si incontrano già con una certa frequenza. E il maggiore produttore ha già pianificato l’investimento per impiantare uno stabilimento nel vecchio continente.
Ma ecco cosa ha risposto Folonari alle domande de L’Agenzia di Viaggi Magazine.
«Aniasa rappresenta le rent-a-car: dal modello car sharing al noleggio a lungo termine, a giornata, a settimana o addirittura per 5-6 anni. Il breve termine è quello che sempre di più viene utilizzato come strumento per il raggiungimento di località turistiche. Abbiamo avviato due anni fa dei tavoli di lavori insieme all’European House Ambrosetti per capire quali sono le dinamiche dei nostri prodotti. Il breve termine è emerso essere un moltiplicatore della spesa del turismo. Il 90% dei beni patrimonio Unesco nel nostro Paese sono raggiungibili solo con veicoli privati. Risulta evidente che il turismo straniero, dai nostri aeroporti o stazioni, per poterli raggiungere deve poter prendere un’auto a noleggio».
Non a caso il noleggio in aeroporto sta crescendo. A che quota siamo arrivati adesso rispetto a tutto il noleggio di auto?
«Pensate che il 60% del noleggio a breve termine in Italia viene fatto negli aeroporti. Settore che sta riprendendo, sì, ma sta affrontando sfide enormi. Prima la pandemia, poi la difficoltà di approvvigionamento di nuovi veicoli dovuta alla crisi dei microchip, la crisi della logistica, le case automobilistiche che prediligono la vendita ad altri canali piuttosto che al noleggio. Tutti questi fattori hanno ridotto sensibilmente il numero di veicoli disponibili. Questo ha creato una frizione tra domanda e offerta. E quindi colgo l’occasione anche per suggerire ai nostri amici che pianificano una vacanza, siano essi nazionali o internazionali, di prenotare l’auto con largo anticipo, perché è l’unico modo per riuscire a ottenere tariffe che siano in linea con lo storico e non subiscono quella frizione che inevitabilmente avviene in prossimità della stagione estiva quando la domanda e l’offerta sono così distanti».
Ma storicamente in passato, negli anni del boom italiano, il noleggio era “merce” per stranieri; era un po’ un lusso da americani. Adesso negli aeroporti voi siete in grado di monitorare qual è la quota di stranieri? E quale quella di italiani che noleggiano?
«Sicuramente sono interessanti due fenomeni. Il primo è quello che si accompagna anche all’incremento negli ultimi 20 anni degli spostamenti a medio raggio, grazie a una maggiore economicità. Pensiamo alle compagnie aeree low cost o alla crescita dell’alta velocità che ha spinto molti connazionali a pianificare le vacanze differentemente rispetto al passato. Ma è interessante anche la crescita della quota di mercato di noleggio a breve termine non per motivi di turismo. 20-30 anni fa si possedevano più automobili, adesso si riducono le auto e si noleggiano in caso di necessità».
Per finire con il turismo: le agenzie di viaggi sono un vostro canale di vendita? L’agenzia che vende il pacchetto o i singoli servizi e ci mette dentro anche il noleggio?
«Le agenzie di viaggi hanno sicuramente subito una riduzione sensibile nel primo decennio del Duemila, rispetto a vent’anni prima. Quelle rimaste hanno arricchito e reso più sofisticata la loro offerta che ormai riguarda tutti gli aspetti del viaggio. Quindi rimangono un canale di vendita. Ovviamente, si è sviluppata nel tempo anche la pianificazione individuale dei viaggi. E quindi le persone prenotano online alberghi, aerei e anche il noleggio a breve termine. Dal punto di vista dell’incidenza non sono stati superati dall’auto organizzazione, ma rimangono pur sempre un canale interessante».