Animatori turistici, Fiast: «I criteri ipotizzati per i ristori-Draghi sono inaccettabili»
Ristori o sostegni che dir si voglia, per gli animatori turistici i nuovi meccanismi per l’erogazione degli aiuti trapelati in queste ore risultano inaccettabili. È ferma, infatti, la presa di posizione del presidente della Fiast, la federazione imprese animatori e servizi turistici che fa capo ad Assoturismo-Confesercenti.
«I criteri per la determinazione dei ristori contenuti nelle bozze del decreto Sostegni sono incomprensibili. Sarebbe inaccettabile sotto ogni punto di vista, da parte delle imprese di animazione – afferma il presidente Salvatore Belcaro – l’eventuale decisione del governo di applicare la percentuale per il calcolo dei ristori sulla differenza di fatturato 2019/2020, poi dividere per 12 e considerare solo 2 mesi. Ancora una volta si andrebbero a penalizzare, e quindi condannare al fallimento, una platea di centinaia di pmi che hanno subito dal 65% al 90% di perdite in termini fatturato totale 2020 rispetto al 2019 e alle quali sono stati riconosciuti finora ristori assolutamente insufficienti».
Belcaro prosegue evidenziando che «parametri come quelli ipotizzati produrrebbero un importo di sostegno insufficiente». Siamo «perfettamente consapevoli», prosegue, «che il settore dell’animazione turistica e territoriale non sia strategico per la sopravvivenza dell’economia, ma comunque è parte integrante della filiera del turismo e realizza servizi che possono risultare determinanti nella scelta di chi va in vacanza, in particolar modo per tutto il turismo delle famiglie che frequenta strutture come villaggi o club e cerca luoghi con un intrattenimento adatto alle proprie esigenze».
Il presidente della Fiast ricorda, poi, come «il numero di animatori che vengono impiegati in una stagione estiva sia molto alto – tra le 35.000 e le 40.000 unità – e riguarda in particolare tutta la fascia giovanile inclusa tra i 18 e i 25 anni, che rappresenta circa il 70% del personale impiegato in una stagione. Inoltre, ci sono circa 400 imprese che si occupano di animazione turistica e altrettante di animazione territoriale, oggi totalmente bloccate da una pandemia che ne ha impossibilitato la realizzazione dei servizi, tutti prevalentemente legati all’aggregazione delle persone. Dall’inizio di questa emergenza, continuiamo a chiedere di essere ascoltati e ogni volta ci ritroviamo a essere ignorati. Una situazione del tutto paradossale che sta gettando nella disperazione centinaia di lavoratori e aziende che oggi non riescono a vedere nessun futuro possibile».
Fiast, fin dal maggio 2020 aveva fortemente sollecitato l’approvazione di protocolli specifici per poter lavorare in sicurezza, che erano stati proposti senza ottenere riscontri. «Non possiamo pensare di poter sopravvivere all’attuale situazione di difficoltà – conclude Belcaro – se non ci viene data, oltre che una soluzione di sostegno economico, la possibilità di programmare i nostri servizi che, lo ribadiamo con forza, sono una parte integrante del prodotto vacanza. Ci auguriamo fortemente che la determinazione dei parametri di riferimento per i ristori venga totalmente rivista, perchè causerebbe inevitabilmente la chiusura di moltissime imprese. Abbiamo la necessità e l’urgenza di ottenere aiuti mirati che, fino ad oggi, non ci sono stati riconosciuti e ribadiamo la nostra totale disponibilità per mettere a punto regole e protocolli adeguati al fine di poter ricominciare, quando sarà il momento, a lavorare in piena sicurezza».