Un secondo appello, lanciato con forza e un pizzico di amarezza da parte degli ex lavoratori Valtur al ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio. La richiesta è chiara: “Confidiamo che a vicenda Valtur non sia arrivata all’ultima spiaggia come temiamo, e ci siano invece ancora le condizioni per salvare un patrimonio industriale e professionale unico”.
La vicenda è ben nota: il t.o. acquisito da Andrea Bonomi tramite Investindustrial ha chiuso i battenti la scorsa primavera lasciando senza lavoro un centinaio di dipendenti. Nel frattempo, dopo il tavolo organizzato dal Mise il 26 luglio scorso deserto e andato clamorosamente deserto, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno inviato una richiesta di incontro direttamente a Nicolaus. Il t.o. pugliese guidato dai fratelli Pagliara ha il marchio Valtur il 19 luglio scorso per 5 milioni di euro.
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“Purtroppo noi ex lavoratori Valtur non abbiamo trascorso un’estate serena così come fortunatamente milioni di Italiani, ma abbastanza amara visto che il nostro unico pensiero era: cosa ci aspetterà a settembre?”, prosegue la lettera dei lavoratori che ripercorrono la drammatica vicenda.
“La crisi irreversibile e apparentemente inspiegabile (di Valtur s.p.a., ndr) ha messo in ginocchio decine di piccoli, medi e grandi fornitori, determinato il licenziamento di tutti i dipendenti della sede milanese di Valtur (circa 150) e lasciato a casa oltre 500 tra dipendenti stagionali dei villaggi rimasti chiusi questa estate”.
L’invito degli ex dipendenti a Di Maio è quindi quello di riprendere in mano il dossier: “Le chiediamo quindi di non archiviare nei faldoni del suo ministero la storia di Valtur, fino a qualche mese fa bellissima, sia per noi che l’abbiamo vissuta sia per i milioni di italiani che l’hanno scritta insieme a noi. Una storia che doveva continuare con una stagione estiva promettente alle porte quando, inaspettatamente, è arrivata invece una lettera che indicava: il viaggio finisce qui!”